Troppo facile, ovvio, scontato “analizzare” la schiacciante vittoria elettorale del nuovo – si fa per dire – Sindaco di Corigliano Calabro Giuseppe Geraci già due volte sindaco e già parlamentare di quel che fu il partito di Alleanza Nazionale, ancora una volta primo cittadino a distanza di tredici anni, lui, storico uomo di destra con la sua odierna “civica” formula politica.

Guardatela bene la foto ragazzi, anzi «ragassi».

Già, perché «siam mica qui a parlare della loro vittoria…» bensì della vostra (sconfitta no, sarebbe comodo) morte politica. 

Egregie salme del centrosinistra, lasciatevi riesumare un minuto e leggete queste poche righe, poi fatevi ritumulare nel vostro aldilà.

Per un caso meramente fortuito tre vostri zombie sono rimasti nell’aldiquà, siedono addirittura nell’aula del Consiglio comunale.

Mentre il resto d’Italia resuscita a iosa sindaci e consiglieri comunali del centrosinistra in carne ed ossa, a Corigliano Calabro per parlarvi dobbiamo metterci all’ombra dei cipressi.

Dopo lo scioglimento per ‘ndrangheta del Consiglio comunale eletto nel 2009, determinato dal partito del Popolo della Libertà, voi credevate che… 

Ma cosa credevate? E chi vi credevate?

Peccato egregie salme, quella poteva essere proprio l’occasione, l’ultima occasione.

Sarebbe bastato poco.

Sarebbe bastato il buon senso, che in quest’aldiquà è già abbastanza.

Voi, i grandi “campioni di legalità e giustizia”, auto-immolati sull’altare della vostra spocchia fetente.

La capacità d’analisi è una peculiarità politica del “giorno prima”, dell’anno prima e per la precisione di due anni prima, di cui dovrebbero essere dotati dirigenti lungimiranti che veramente decidono per il “bene comune” approdando realmente e non a chiacchiere al porto d’una vittoria e d’un reale cambiamento per una città che da anni e anni langue in tale bisogno. 

Non addossando pseudo-responsabilità in modo indistinto, pure verso coloro i quali da anni suggeriscono strade radicalmente diverse.

Nell’infausto biennio 2009-2011, in quel Consiglio comunale poi disciolto per ‘ndrangheta, v’erano sei superstiti.

Oggi vi sono tre zombie.

Già. 

Una salma politica riesumata all’occorrenza elettorale, che riposava in pace da anni nel vostro aldilà senza alcuna tessera di partito, un’altra salma passata nel PD a “miglior vita” (?!) da quell’AN che la vide in Consiglio comunale proprio con Geraci sindaco, una giovane salma nata già salma tra le salme.

D’ora in poi non vi riesumerà nessuno più.

E non preoccupatevi di noi: non valevate da vivi, figuriamoci da morti…  

Buon riposo eterno. Amen.


Foto: il tre volte sindaco Giuseppe Geraci ed i 15 consiglieri eletti nelle sue liste

Di admin

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