Al passo col visibile ed esponenziale sviluppo urbano degli ultimi anni nella Sibaritide in generale e a Corigliano Calabro in particolare avanzano fenomeni fino a qualche anno fa inesistenti.
Come quello dell’accattonaggio davanti agl’ingressi dei supermercati, nei pressi dei semafori e davanti alle chiese principali la domenica mattina. A mendicare agli angoli di strada sono soprattutto donne e bambini di etnia slava, albanese o Rom.
Spettinate, con le classiche vesti delle zingare e i bambini visibilmente malnutriti.
Davanti ai centri commerciali e alle chiese siedono a terra, sul marciapiede, con accanto il piattino della loro randagia questua.
Il fenomeno è diffuso un pò ovunque e su tutto il territorio, dai centri abitati alle periferie.
Un “movimento”, quello dell’accattonaggio, che inizia di buon mattino.
Attraversando la Via Provinciale che collega lo Scalo di Corigliano Calabro alla popolosa frazione marina di Schiavonea s’incrociano infatti le zingare che provengono dalle roulottes accampate nelle “terre di nessuno” situate nei pressi del porto e nelle altre zone accessibili del lungomare.
Accampamenti di fortuna. Premesse del presagio, molto diffuso tra i residenti, che il territorio potrebbe presto veder sorgere un vero e proprio “campo Rom” di notevoli dimensioni, suscettibile di creare conflitti e problemi d’ordine pubblico.
Soprattutto in considerazione delle migliaia di stranieri presenti proprio nella zona di Schiavonea, molti dei quali vivono in condizioni precarie.
«Sarebbe ora che qualcuno facesse qualcosa per contrastare lo spettacolo che siamo costretti a sopportare», esortano alcune donne davanti a un superpercato: «Corigliano è ormai assediata da mendicanti, bambini e storpi, finti o veri che siano».
Già, perché nella Sibaritide operano pure delle organizzazioni criminali dell’Est “specializzate” a reclutare donne e bambini con false promesse di lavoro, costringendoli invece alla schiavitù dell’accattonaggio come hanno appurato alcune recenti inchieste giudiziarie.
«Anche se viviamo la crisi a volte mi piange il cuore rifiutare l’elemosina a un bambino, soprattutto ora che s’avvicina il Santo Natale», afferma Filomena, «ma so che i soldi non vanno nelle loro tasche bensì in quelle dei loro sfruttatori».
Come dire, meglio non favorire la proliferazione di novelli schiavi.
«I mendicanti che non sopporto», aggiunge Franca, «sono le zingare che fanno il “presepio” col neonato sui marciapiedi: lo considero un vero e proprio maltrattamento di minori, da punire molto severamente».