Il dibattito “politico” coriglianese si trasferisce – forse – in tribunale. Il sindaco Giuseppe Geraci ha querelato il professore universitario dell’Unical Giovanni Ferrari. “Reo”, secondo il primo cittadino, d’aver infangato la propria onorabilità con un articolo apparso sul blog cittadino.
Il 16 marzo scorso Ferrari inviò una nota molto vibrante, critica, aspra, contro la classe politica in generale e in particolare contro Geraci. Che il grado di popolarità del sindaco non è al massimo s’intuisce persino da come viene annotato il suo nome, da parte dei carabinieri, nel verbale d’identificazione di Ferrari. A denunciare il cattedratico cosentino d’origini coriglianesi è stato “Giovanni Gerarci”. Vabbè un lapsus, che riguarda però sia il nome che il cognome del sindaco.
Battute a parte, carta bollata quindi, al posto del confronto politico. Ferrari parlava, nel suo scritto, di temi scottanti, d’imminenti inchieste giudiziarie inevitabili e di tant’altro ancora. Non ha puntato affatto il dito solo contro l’attuale sindaco “Gerarci”, ma, con toni certamente discutibili, ha tracciato un quadro dell’ultimo trentennio per nulla edificante. In un rigo si legge «sindaco inquisito». Di solito, amministrando, è quasi fisiologico imbattersi in situazioni scottanti, specie per quanto concerne la tutela dell’ambiente. Ed essere indagati.
Altro sono i presunti favoritismi, gli accordi sottobanco, i giochetti per favorire il parente o l’amico. È una questione di moralità, d’autorevolezza, di volersi comportare con equilibrio. Il professore Ferrari non pare comunque affatto intimidito, ed è pronto, per quanto siamo riusciti a capire, piuttosto, a rilanciare.
«Le mani sporche sulla città» è il titolo dello scritto del prof querelato: come si può pensare di “risolvere” querelando?! Sono decine i cittadini che criticano ferocemente ogni giorno sul blog l’operato del sindaco: sarebbe opportuno e doveroso, allora, amministrare la città al di sopra d’ogni sospetto.