«Un fatto scandaloso…». Se ne mormora da alcuni giorni. Un fatto a sfondo sessuale che avrebbe turbato non poco la quiete nientepocodimenochè d’una istituzione religiosa. Nel mondo, e in Italia, non sarebbe affatto un’inaudita novità: tanti casi di tal genere ambientati in istituti religiosi o addirittura in luoghi di culto sono finiti in cronaca nera, a volte in quella giudiziaria. Ma quando la storia capita “in casa” fa tutt’altro effetto, un effetto choc.
E il fattaccio stavolta sarebbe capitato in un ambiente religioso di Corigliano Calabro. Se ne parla assai ed assai sottovoce, ed oramai in ogni ambito della vita sociale del paese. Il fattaccio, comunque, per fortuna non avrebbe palesato alcun tipo di reato penale. Nessuna denuncia è stata infatti formalizzata davanti a qualsivoglia organo inquirente. Con la comunità che, almeno in tale ambito di giustizia, può tirare un sospiro di sollievo. Una comunità – quella che ha appreso e che quindi sa – che resta comunque sia scandalizzata, pure in mancanza di reati o di persone identificate o identificabili da perseguire penalmente.
L’amplesso, un rapporto orale consumato in un luogo irrituale (è proprio il caso di dirlo!) e scoperto per caso da qualcuno, com’è assai naturale in questi casi ha superato la barriera della consegna o della promessa del silenzio e «come una freccia dall’arco scocca» ora «vola veloce di bocca in bocca», per cantarla col capolavoro “Bocca di rosa” del grande e compianto Fabrizio De Andrè.
Ma siamo sicuri sia veritiero e che non si tratti – piuttosto – d’una bufala messa in circolo ad arte per screditare qualcosa o qualcuno?