Lungi da noi criminalizzare i tanti giovani che per guadagnarsi da vivere sono costretti loro malgrado a citofonare ed a suonare ai campanelli per effettuare consegne o per stipulare contratti per l’energia elettrica di libero mercato o di telefonia fissa e mobile, o per vendere aspirapolveri od altro.
In mezzo ad essi però operano pure tanti, tantissimi che criminali lo sono. L’ultimo caso giunge da Corigliano Calabro, ma poteva capitare a Rossano, a Cassano Jonio o in uno qualsiasi dei tanti Comuni del vasto comprensorio della Sibaritide. Siamo nella popolosa frazione coriglianese dello Scalo, presso uno stabile condominiale di Via Fausto Gullo. È proprio qui che nella giornata di giovedì scorso uno dei condomini, un signore di 55 anni, è rimasto suo malgrado vittima d’un consistente furto per mezzo d’un raggiro.
Dopo avere citofonato, infatti, s’è presentato al suo cospetto un giovane dell’apparente età di 30-35 anni, il quale avrebbe dovuto effettuare una consegna per la figlia della vittima. Figlia di cui il truffatore e ladro conosceva persino il nome di battesimo. Insomma, il colpo era stato ben studiato. Il truffatore e ladro sapeva che la vittima in quel momento era da sola in casa, ed i nomi dei suoi familiari. Per effettuare la consegna – nel caso di specie un assegno di 500 euro che il soggetto ha mostrato alla vittima – il ladro e truffatore richiedeva persino una somma di denaro e piuttosto consistente: oltre cento euro! L’uomo cerca di capacitarsene e ad un certo punto decide di far chiamare la figlia dal ladro e truffatore, dettandogli il numero di telefono. Questi fa finta di telefonare e di parlare con l’“interessata” (la figlia della vittima non ha mai ricevuto alcuna telefonata per la consegna del famigerato assegno), ed in quei frangenti dev’essere entrato in scena un più che ipotetico complice, che la vittima non ha neppure visto entrare ed uscire dalla propria abitazione.
Rifiutato l’assegno – certamente fasullo – poichè l’uomo non disponeva in casa della somma richiesta per poterlo prendere in consegna, dopo alcune ore, al ritorno della moglie dal lavoro, i coniugi scoprono che l’armadio che custodiva i monili in oro della famiglia era stato “visitato”. Senza alcuna traccia evidente del furto. L’armadio era infatti richiuso ed era tutto perfettamente in ordine. Mancava soltanto la cassetta contenente l’oro, per un valore di diverse migliaia d’euro. Il fatto è stato denunciato nella serata di ieri presso la locale Stazione dei carabinieri. Le indagini sono in corso. Occhio a chi facciamo entrare nelle nostre case…