Nonostante l’assenza di quorum, il Referendum popolare consultivo convocato a Corigliano Calabro e Rossano da parte del presidente della Giunta regionale della Calabria Mario Oliverio, tenutosi oggi, è stato un clamoroso flop.

Col 33% degli aventi diritto al voto coriglianesi che hanno inteso di parteciparvi, ed il 45% di quelli rossanesi. Ma in democrazia vince o perde chi partecipa, gli assenti non sono giustificati, restano esclusi dalle decisioni politiche pur di natura consultiva. E a Corigliano Calabro e Rossano ha vinto il “Sì”, nettamente stando ai dati che ci giungono in redazione a scrutinio ancora in corso.

Adesso la questione, per essere meno vaghi e più precisi il problema, è tutto politico. Di scelta politica. Di decisione politica. Una scelta e una decisione politiche che gravano su un Consiglio regionale al cui cospetto si presenta una patata bollente di dimensioni gigantesche, altro che la fusione dei cinque comuni che hanno dato vita a Casali del Manco – 10 mila abitanti tutti assieme – che notoriamente ha fatto tanto discutere nei mesi scorsi. Già, perché qui si tratta di due città in una, altro che quelle cinque ex contrade un tempo munite di municipio! Qui si tratta di due città di 40 mila abitanti ciascuna. E dall’attuale Consiglio regionale della Calabria ci si può aspettare di tutto. E pure di più. Mentre scriviamo ci giungono immediate e scontate, scontatissime come quelle dell’Isis, le rivendicazioni politiche della vittoria del “Sì”. O meglio, la spartizione del bottino di guerra. Le note del consigliere regionale Giuseppe Graziano e del sindaco di Rossano Stefano Mascaro (potevano mandarne una soltanto a doppia firma, tanto sono figura e controfigura!), ovviamente più che trionfalistiche, giungono a distanza di secondi l’una dall’altra. Mancano ancora all’appello – ma giungeranno da qui a brevissimo, ne siamo certi – quelle dell’ex parlamentare ed ex assessore regionale Giovanni Dima e del presidente del comitato delle 99 associazioni Amerigo Minnicelli. Quelle dei comitati di contorno lasceranno il tempo che finora hanno trovato a Graziano, Dima e Minnicelli.

Che succederà da domani? Graziano riuscirà – e riuscirà, ne siamo certi – a tenere per le palle “Palla Palla” (per quei pochissimi che non lo sanno è il soprannome del presidente della Giunta regionale Oliverio) ed a spartire le future candidature politiche, regionali e per il Comune unico di Corigliano Rossano coi suoi sodali.

Ma ora è tempo di formulare i nostri migliori auspici ed auguri ai cittadini della nuova città di Corigliano Rossano. Quelli di scegliersi, a partire dal primo appuntamento elettorale utile – le elezioni politiche della prossima primavera – una classe politica dirigente vera, una classe politica dirigente che possa far davvero progredire Corigliano Rossano e l’area urbana intorno alla nuova grande nostra città.

Stiamo per chiudere il pezzo quando giunge l’immancabile nota della presidente del Consiglio comunale di Rossano, Rosellina Madeo, controfigura in seconda di Graziano dopo Mascaro, che esprime la propria fin troppo ovvia soddisfazione. La menzione finale con dedica va tutta al sindaco di Corigliano Calabro, l’ex parlamentare Giuseppe Geraci: avrebbe voluto politicamente sopravvivere e riprovare a fare il sindaco di Corigliano Calabro per la quarta volta schierandosi contro la fusione con Rossano dopo averla formalmente favorita proponendo al suo Consiglio comunale l’approvazione della delibera che diede impulso al processo. Ma ha premuto ed azionato il congegno dell’autodistruzione politica. Un’operazione perfettamente riuscita: ci complimentiamo vivamente con lui e non ce ne spiaciamo affatto. Occhio lettori: alle 23,35 dall’ex Comune di Corigliano Calabro in tutte le redazioni locali non è giunta una riga di comunicato, un sms, tantomeno una telefonata. Se nelle prossime ore giungeranno laconiche dimissioni dovremmo essere indovini.

Da AltrePagine chiudiamo ribadendo i migliori e più sinceri auguri a tutti noi, nuovi cittadini di Corigliano Rossano!                 

 

 

Di admin

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