Due di Corigliano Calabro, sette di Cassano Jonio e una di Mandatoriccio. Sono i numeri del fenomeno degl’insegnanti di scuola pubblica con falso titolo secondo la Procura di Cosenza – e quindi senza alcun titolo per insegnare – smascherati ieri nella Sibaritide nell’ambito d’una maxinchiesta

destinata ad allargarsi e che al momento coinvolge complessivamente trentatrè presunti falsi insegnanti. Vediamo adesso chi sono: Maria Pasqua Liotino di Cassano Jonio (difesa dagli avvocati Carla Letizia Scarpino e Giovanni Porco), Pietro Brogno di Cassano Jonio (difeso dagli avvocati Carla Letizia Scarpino e Giovanni Porco), Giuseppina Pirillo di Mandatoriccio (difesa dall’avvocato Natale Viteritti), Alessandra Benvenuto di Corigliano Calabro (difesa dall’avvocato Pierfrancesco Molinari), Elena Blefari di Cassano Jonio (difesa dall’avvocato Andrea Garofalo), Vincenzina Esposito di Cassano Jonio (difesa dall’avvocato Andrea Garofalo), Gino Paolicelli di Cassano Jonio (difeso dall’avvocato Andrea Garofalo), Luciano Biondino di Corigliano Calabro (difeso dall’avvocato Natale Viteritti), Alessandro Esposito di Cassano Jonio (difeso dall’avvocato Andrea Garofalo), Catia Fasanella di Cassano Jonio (difesa dall’avvocato Pierfrancesco Molinari).

La Procura cosentina, al termine d’una complessa ed articolata attività investigativa condotta dai carabinieri della Compagnia di Cosenza, ieri ha notificato loro l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei loro stessi confronti, per i pretesi reati di falsità ideologica commessa dal privato e falsità materiale in atto pubblico.

Le indagini – avviate dai militari dell’Arma nell’ottobre del 2016 – hanno consentito di accertare un sistema, diffuso sull’intero territorio nazionale, volto alla falsificazione ed all’utilizzo di diplomi apparentemente rilasciati da istituti magistrali statali e paritari della provincia di Cosenza, nonché da scuole di specializzazione per l’insegnamento di sostegno agli alunni portatori di handicap, concessi dall’“istituto nazionale scuole e corsi professionali” di Cosenza. I documenti falsificati sarebbero stati adoperati dagli odierni indagati nell’ambito del territorio nazionale, sia per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, sia in quelle d’istituto prodromiche all’assunzione come insegnanti nelle scuole primarie e dell’infanzia. I carabinieri di Cosenza, oltre ad accertare il mancato conseguimento del titolo di studio dichiarato (emblematico risulta il caso dei diplomi di specializzazione, che risultano rilasciati successivamente alla chiusura della scuola stessa), hanno altresì proceduto nei giorni scorsi al sequestro, presso gl’istituti scolastici interessati, di diplomi originali contraffatti, per un totale al momento di 13 d’istituto magistrale e 22 di specializzazione per l’insegnamento di sostegno. Conseguentemente all’attività dei carabinieri, alcuni dirigenti scolastici hanno adottato provvedimenti di sospensione nei confronti d’insegnanti regolarmente assunti sulla base di titoli risultati falsi.

Le risultanze dell’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Cava, hanno portato alla luce una situazione d’indubbia gravità ove si consideri che fino ad oggi gl’indagati hanno svolto attività d’insegnamento in assenza dei titoli necessari, dei requisiti richiesti e della formazione adeguata.

 

Di admin

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