Scandalo e terrore nel piccolo Comune di San Giorgio Albanese, 1500 anime appena che vivono in collina affacciate sulla sconfinata Piana di Sibari. È qui che stamane i carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno dato esecuzione a due misure interdittive consistenti nella sospensione
dall’impiego per la durata di sette mesi, emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari nei confronti di due insegnanti dell’unica scuola d’infanzia, Giulietta Ferrari ed Annunziata Chinigò, entrambi residenti nello stesso Comune di San Giorgio Albanese.
L’attività investigativa, svolta dai carabinieri della Stazione di San Giorgio Albanese e coordinata dal procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e dal proprio sostituto Valentina Draetta, è stata avviata a seguito d’una denuncia presentata da alcuni genitori. La stessa ha permesso, in poco tempo, di documentare, con appositi servizi d’osservazione e di videoriprese all’interno degli spazi didattici, una consistente serie di ritenuti maltrattamenti posti in essere dalle due insegnanti nei confronti dei bambini alle stesse affidati, una decina, il tutto in un arco temporale d’appena quindici giorni. Da quanto acquisito, le due donne avrebbero sottoposto i bambini a continue minacce verbali con affermazioni quali “…se non fai il bravo ti faccio il pungi-pungi….”, ma anche a violenze fisiche con pizzicotti, schiaffi e tirate d’orecchie, arrivando ad utilizzare, tra l’altro, un righello di plastica, e giungendo, in un’occasione, a lanciare senza alcun motivo apparente dei giocattoli violentemente contro un muro.
L’attività d’indagine è riuscita ad accertare un sistematico ricorso alla violenza fisica e psicologica nei confronti dei bambini tra cui alcuni figli di rifugiati politici accolti in Italia e soggiornanti a San Giorgio Albanese. Le due insegnanti avrebbero fatto spesso ricorso alle violenze descritte inducendo, fra l’altro, i bambini a risolvere fra loro le piccole controversie ricorrendo alle mani o emulando le stesse loro condotte violente, rimanendo assolutamente indifferenti davanti a tali atteggiamenti.