Nulla di penalmente rilevante, forse. L’aspetto fenomenologico, però, certamente non può essere sottaciuto. Già, perché a Corigliano Calabro da qualche tempo pare si sia scatenata una moda. Che avrebbe creato un vero e proprio “giro” di donne locali, perlopiù signore, spesso sposate e con prole, che concupirebbero numerosi ragazzi migranti d’origine africana da qualche anno stanziali in paese in qualità di rifugiati politici, alloggiati in varie strutture disseminate sul territorio ed il giorno errabondi per le vie del paese. Con promesse, evidentemente mantenute
di modeste regalìe, in denaro, in ricariche telefoniche, in capi d’abbigliamento e in calzature, le italiane inviterebbero, con discrezione e con ogni tipo d’accorgimento, gli aitanti e prestanti maschi neri all’interno delle loro abitazioni, a volte nelle seconde case al mare o in montagna, per un po’ di piacevole svago. Sfruttamento della prostituzione? Chissà.
Il fenomeno, a quanto pare, si starebbe allargando in modo vertiginoso, con la “caccia” aperta e rimorchiamenti quotidiani, e coi giovani di colore che si sarebbero passati oramai la voce gli uni gli altri. Per una fonte di sostentamento che sì, farebbe ad essi unire l’utile al dilettevole. E con le italiane anch’esse avvezze allo stesso tipo di confidenze proibite, in particolare tra amiche e comari anche per offrirsi reciproche coperture nelle ore dedicate al vizietto che impazza…