Tra una decina di giorni Corigliano Calabro e Rossano saranno soltanto due identità sociali destinate, col passare dei prossimi anni, lustri, decenni, secoli, a divenire storiche. Dal prossimo 3 aprile, infatti, il municipio dell’ancora per pochissimo attuale Comune di Corigliano Calabro sarà per legge la provvisoria sede municipale del nuovo Comune di Corigliano Rossano

e presso di essa quello stesso giorno s’insedierà un commissario straordinario e, con ogni probabilità, due sub-commisari, che, nominati dal prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, avranno il compito d’amministrare il nuovo Comune e di traghettarlo nel miglior modo possibile alle sue prime elezioni, quando i suoi cittadini saranno chiamati a darsi il primo sindaco ed il primo consiglio comunale. Colui il quale con tutta probabilità sarà il commissario risponde al nome di Domenico Bagnato, prefetto in pensione, e potrebbe essere ufficializzato dalla Prefettura da qui alle prossime ore. Ma cos’è cambiato politicamente, amministrativamente e socialmente a Corigliano Rossano dal momento dell’approvazione della legge regionale che ha istituito il nuovo comune? La risposta è laconicamente scontata: nulla. Anzi, una sola cosa. L’unico fatto nuovo è infatti l’elezione, avvenuta lo scorso 4 marzo, di ben quattro parlamentari tutti residenti nel nuovo comune e tutti d’uno stesso colore politico, il giallo del Movimento 5 stelle. Per il resto il quadro è rimasto assolutamente immutato. Negli ultimi giorni di Pompei…pardòn, di Corigliano Rossano, accade che le due quasi ex amministrazioni siano affannosamente affaccendate a sistemare varie situazioni, ammantandole d’un alquanto improbabile interesse pubblico per l’approdo al nuovo Comune, spesso spalleggiate o tirate per le giacchette da qualche sindacalista politicante cui certo non mancano amici ed amici degli amici nei due ancora per pochissimo attuali municipi. Non mancano ovviamente le pubbliche quanto stucchevoli polemiche tra le due amministrazioni, tra queste e quei sindacalisti politicanti, solo tra sindacalisti politicanti, e tra questi s’inseriscono altri politicanti a dimostrazione plastica che tutto è rimasto come prima con l’aggravante del peggioramento e dello scadimento fognario di quello che, al contrario, dovrebbe essere un dibattito politico ed amministrativo nuovo ed innovativo. Ma con tale personale già acquistato al ribasso e “da consumarsi preferibilmente entro fine marzo 2018” non ci si poteva aspettare granchè di diverso. D’altronde pure la società non è cambiata affatto, a parte il maxiconsenso elettorale verso il Movimento 5 stelle. Sì, è questa l’amara realtà. Si pensi per esempio a taluni sedicenti comitati popolari di quartiere opera di qualche impostore condannato ma incallito cui più di qualche analfabeta smanioso d’apparire in foto su blog e social network continua ad abboccare, a sedicenti quanto inesistenti manifestazioni promozionali d’ottimi prodotti tipici locali o di scarsissime produzioni culturali (qualche romanzetto di stampo rionale o qualche poesia in incomprensibile vernacolo) tenute o da tenere, come si continua a spacciare, in rinomate località turistiche fuori regione, e gira che ti rigira la frittata è sempre quella. La nuova città di Corigliano Rossano deve invece nascere sotto i migliori auspici della buona politica, dell’ottima amministrazione e d’un popolo non ignorante e quindi non corrotto da qualsivoglia impostore, politico e non, coi 5 stelle come con movimenti, comitati e partiti politici non solo rinnovati ma pure innovativi nell’agire politico. Ne va del futuro d’un grande quanto sofferente territorio, a partire dal suo presente. Perché un popolo ignorante – scriveva Ernesto Guevara – è un popolo facile da ingannare.

 

 

Di admin

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