Due persone sono state trovate morte, ieri, in un’abitazione nel Comune di Impruneta, in provincia di Firenze. Già accertato che s’è trattato d’un tragico duplice omicidio maturato nello stesso ambito familiare delle vittime.

Che sono Osvaldo Capecchi, 69 anni, nato a Rossano, in provincia di Cosenza, e la compagna Patrizia Manetti, coetanea dell’uomo. Entrambi i corpi presentavano ferite d’arma e taglio e punta. La morte risalirebbe alla notte precedente.

A scoprire i due cadaveri era stato un figlio dell’uomo il quale, non ricevendo risposte alle proprie insistenti telefonate, era andato a casa del padre trovandolo morto così come la donna che conviveva con lui. I carabinieri che conducono le indagini nel pomeriggio avevano rintracciato l’altro figlio, Dario Capecchi, di 43 anni, convivente della coppia e sospettato d’averla uccisa. L’uomo s’era allontanato con l’auto in uso alla famiglia, una Fiat Panda vecchio modello. I carabinieri avevano trovato la vettura abbandonata sulla corsia d’emergenza dell’autostrada A1 in direzione Nord, nel comune di Calenzano. Dario Capecchi s’era allontanato a piedi e i militari dell’Arma l’avevano rintracciato e bloccato nel territorio di Calenzano, dopo che lo stesso aveva scavalcato la recinzione autostradale ed attraversato i campi in stato confusionale. Non aveva opposto alcuna resistenza.

Dario Capecchi aveva poi confessato d’essere il responsabile del diplice delitto. Nei suoi confronti è stato disposto un provvedimento di fermo per duplice omicidio aggravato. L’uomo, affetto da una patologia psichica, avrebbe reso dichiarazioni definite farneticanti da parte degl’inquirenti: sul movente avrebbe detto che il delitto gli sarebbe stato ordinato dall’Isis: “Siamo tutti in pericolo”, avrebbe spiegato. Il 43enne da una decina di giorni aveva sospeso le cure per la sua patologia, circostanza che secondo gli stessi inquirenti ha aggravato la situazione. 

 

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