«Si litiga per la paternità di qualcosa che non si è fatto, “accapigliatevi” per qualcosa che farete fare!», scrive – qualche ora fa su Facebook – il nostro collaboratore ed amico Giuseppe Benvenuto. E si riferisce senz’alcun dubbio alla “radiazione” del progetto per il cosiddetto hotspot per migranti presso il porto di Corigliano Rossano. E leggendo la tripletta di comunicati stampa d’esultanza della locale senatrice del Movimento 5 Stelle, Rosa Silvana Abate, stentiamo a comprendere il motivo dell’esultanza.
Già, perché va da se che il nuovo Governo italiano presieduto da Giuseppe Conte e che si regge sull’asse Lega-M5S abbia una politica antimmigratoria tale che sarebbe cosa assai strana se avesse continuato a perseguire il progetto d’hotspot dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti oggi sostituito dal segretario nazionale della Lega Matteo Salvini, deus ex machina della politica antimmigratoria del Governo. Tant’è che l’unico deputato calabrese della Lega, Domenico Furgiuele, originalmente parafrasando proprio Salvini, proprio oggi afferma: «È davvero finita la pacchia per l’imprenditoria della disperazione. Se ne facciano una ragione coloro i quali in essa avevano visto il business del futuro: non ci saranno nuovi hotspot per migranti in Calabria».
Ma per la senatrice del M5S Abate «È un risultato storico e sociale per il Movimento 5 stelle coriglianese. Una soddisfazione che ripaga il nostro gruppo di una perseveranza e un impegno che va avanti incessantemente da oltre due anni». La senatrice di Corigliano Rossano ripercorre tutte le tappe della netta contrarietà al progettato hotspot da parte del M5S locale, fino alla manifestazione pubblica da esso organizzata nel luglio dello scorso anno in quel della popolosa frazione marina di Schiavonea fino a raggiungere in corteo l’infrastruttura portuale. Accreditandosi il risultato, la senatrice informa d’avere consegnato una documentazione puntuale e dettagliata nelle mani del sottosegretario all’Interno Stefano Candiani, attraverso cui venivano sollevate una serie d’eccezioni non solo politiche ma soprattutto tecniche e strutturali in relazione alla contrarietà verso lo stesso progetto hotspot. Sempre del precedente ministro del precedente governo.
«Il primo atto formale prodotto: dopo tanto lavoro fatto e concretizzato in questi giorni abbiamo centrato l’obiettivo», afferma soddisfatta la senatrice Abate. La quale, evidentemente, s’accontenta d’assai poco, spacciando per risultato del M5S locale l’ovvio e scontato stralcio di quel progetto da parte del Governo!
E ove non fosse chiaro il concetto di tale strepitosa vittoria a tavolino, la senatrice Abate conclude così: «Sono vani i tentativi di altre realtà di attribuirsi i meriti di quello che senza mezzi termini possiamo definire un risultato storico e sociale per il Movimento 5 Stelle di Corigliano». Già. Ma chissà come la penserà la locale comunità della Lega salviniana, animata dalla combattiva Marika Reale che nei giorni precedenti il 25 giugno scorso s’era incontrata a Roma proprio col deputato Furgiuele cui aveva rappresentato proprio la “questione hotspot” proprio per come ne aveva dato notizia proprio in quella data…