Un durissimo quanto ridicolissimo scontro politico. Tragicomico. Sì, perché i personaggi in questione sono – per la Sibaritide certamente – politicamente tragici e comici al contempo. Da una parte il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio – il bersaglio, o il bersagliato – dall’altra il consigliere regionale del suo stesso partito, il Partito democratico, Carlo Guccione: il bersagliere, o il bersagliatore.

Entrambi di Cosenza o su di lì, comunque cosentinocentrici, i nostri da anni continuano a perculare (voce del verbo prendere per il culo) i cittadini del comprensorio della Sibaritide attraverso l’adorazione del monumento al nulla – il loro nulla di fatto per la Sibaritide – “eretto” circa tredici anni or sono da un altro “campione” del Pd, lui sibarita ma per moltissimi versi più cosentinocentrico dei primi due, vale a dire l’ex consigliere regionale (ex solo sulla carta) Franco Pacenza, l’“esperto di sanità” dello stesso governatore Oliverio.

Già, ma il monumento? Un’enorme distesa di terra ed erbaccia ubicata sull’ex confine tra gli ex Comuni di Corigliano Calabro e Rossano, oggi la Città unica di Corigliano Rossano. ‘Sta crosta s’ostinano imperterriti a chiamarla Nuovo ospedale della Sibaritide, ed ogni volta che costoro lo nominano, ai cittadini utenti della sfasciata sanità della Sibaritide le palle girano a mille, anzi a un milione.

Ma facciamola raccontare allo sfumato quanto sfigato aspirante assessore regionale alla Sanità (ancora e tuttora commissariata da parte del Governo nazionale), ossìa Guccione (nella foto in bretelloni proprio nell’area del “cantiere”) la tragicomica cattiva novella del fantomatico nuovo ospedale:

«Inizio lavori stralcio (recinzione e movimento terra): 29 gennaio 2018. La Giunta regionale pur di dimostrare, dopo quattro anni di legislatura, di aver fatto qualcosa per la realizzazione dei nuovi ospedali, si è inventata la posa della prima pietra. Durata dei lavori previsti: 120 giorni. L’obiettivo è la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide ma ad oggi nulla è stato fatto. All’ingresso del cantiere il cartello “Concessionaria ospedale della Sibaritide” che annuncia tempi, durata e costi dei lavori preliminari: è possibile verificare che sono stati già superati i 120 giorni previsti per la realizzazione dei lavori che non solo non sono stati completati, ma addirittura non sono partiti né quelli di recinzione, né i lavori di movimento terra. A fine gennaio la cerimonia di consegna dei lavori con il presidente della Regione, i sindaci di Corigliano e Rossano e il prete che ha impartito la benedizione. Bisognava seguire un iter preciso, come spiegò il presidente Oliverio: la consegna dei lavori al Concessionario che doveva aprire la fase di organizzazione del cantiere, di movimento terra e altro per la durata di 120 giorni. In continuità sarebbe dovuta partire la fase di realizzazione vera e propria dell’opera. Ma ad oggi, scaduti i 120 giorni, nulla è cambiato dall’inaugurazione, sia per quanto riguarda i lavori previsti che per la realizzazione del nosocomio. Anzi non solo i tempi si allungano, ma cresce la preoccupazione di non veder nascere il nuovo ospedale della Sibaritide.

Davanti ai nostri occhi solo desolazione, una distesa di fango, erba e una gru ferma all’inizio del cantiere. I tralicci Enel ancora sono lì, al centro del sito, nulla lascia presagire che in quell’area dovrà nascere un nosocomio. Nel frattempo anche l’ingegnere Daniele Naty della direzione tecnica del cantiere affidato a Tecnis si è dimesso. E sono trascorsi 4 anni dalla stipula dei contratti di concessione per gli ospedali di Corigliano-Rossano e Gioia Tauro, sottoscritti tra la Regione e le imprese aggiudicatrici della gara. La Regione, in questi 4 anni, rispetto anche alle difficoltà giudiziarie di Tecnis, società che nel frattempo è stata affidata a un commissario, non ha messo in campo soluzioni alternative per realizzare concretamente questi presidi ospedalieri.

Oggi emergono con chiarezza tutti gli errori commessi da questa giunta regionale. Il rischio, com’è successo in altre occasioni, è di continuare con la politica delle incompiute. Rischiamo che anche i 438 milioni di euro messi a disposizione per la realizzazione dei tre nuovi ospedali che dovrebbero garantire 1123 posti letto per acuti vengano perduti. Bisogna uscire da questa impasse, questa situazione non può essere più tollerata e vanno verificate le eventuali responsabilità civili, amministrative e penali. Circa tre anni fa in Commissione sanità avevamo proposto di costituire una vera e propria task force per la realizzazione dei tre nuovi ospedali, ma dalla giunta abbiamo sempre ricevuto rassicurazioni. Che ad oggi però sono risultate poco veritiere.

È un atteggiamento irresponsabile dal momento che avevamo chiesto anche una interlocuzione con il ministero della Salute e dei lavori pubblici per sbloccare definitivamente, con il contributo del governo, la situazione e veder nascere finalmente i tre ospedali calabresi. Ma questa amministrazione regionale, a quanto pare, preferisce le passerelle, le inaugurazioni, gli annunci senza far seguire i fatti  e le azioni concrete. Sarebbe opportuno che tutta questa vicenda venisse presa in carico dal nuovo governo nazionale anche con la nomina di un commissario con l’obiettivo di aprire e portare a termine i tre cantieri che, per come previsto dalla gara di appalto, vanno realizzati entro 3 anni dalla cantierizzazione. La sanità calabrese non ha bisogno di pseudo incatenamenti ma di atti concreti».

La botta è d’un paio di giorni fa, ma è rimasta senza risposta da parte del duo Oliverio-Pacenza. E a dispetto del durissimo attacco politico – fatto in modo evidentissimo per soli ed esclusivi fini politici all’interno di quel brandello che resta del Pd dopo la palata alle Politiche dello scorso 4 marzo – a Guccione dobbiamo cantargliela e cantargliela forte con la voce e la chitarra di Fabrizio De Andrè: “Anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti!”. Sì, perché ‘sta brutta storia dell’ospedale nuovo non è certo cominciata con Oliverio nel 2014 bensì molto prima, con altri governi regionali sempre degli stessi personaggi dell’attuale Pd…    

 

Di admin

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