“Volli, sempre volli, fortissimamente volli” scrisse Vittorio Alfieri nella Lettera responsiva a Ranieri de’ Casalbigi, scritta da Siena il 6 settembre del 1783, nella quale, tra l’altro, narra della volta in cui si fece legare alla sedia per non avere distrazioni dallo studio. La Siena di fine Settecento e la letteratura italiana oscillante tra Illuminismo e Romanticismo vengono profanate nella Corigliano Calabro dei materiali tempi moderni, proprio nella via intitolata all’Alfieri. Dove il “Volli, sempre volli, fortissimamente volli” assume tutt’altro senso e carattere nelle intercettazioni telefoniche ed ambientali della maxinchiesta giudiziaria denominata Comune accordo.

Che ricostruisce le fasi che hanno portato alla sparizione urbanistica di Via Vittorio Alfieri, prospiciente a Piazza Giovanni Paolo II detta Piazza Salotto (una bestemmia a giudicare dalle foto scattate oggi) di fatto cancellata dalla toponomastica dell’attuale città di Corigliano Rossano nata dalla recente fusione delle due ex realtà municipali. Ecco, dunque, come Via Alfieri ha lasciato il proprio posto agl’interessi economici d’un palazzinaro di questi tempi ed in modo illegale secondo la ricostruzione del procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, che lo accusa di questo ed altro unitamente ai suoi ritenuti sodali criminali all’interno degli uffici comunali coriglianesi, e non solo.

Sulla scorta delle investigazioni della Guardia di finanza coordinate dal procuratore Facciolla, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Luca Colitta, scrive: «[…] Inoltre il Vercillo emerge dalle intercettazioni come soggetto che la Montera avrebbe dovuto interpellare per le modifiche da apportare al progetto originario (“a Vercillo lo dobbiamo tenere dentro perchè sennò”), nonché come persona vicina ad Oranges Pietro Paolo, l’imprenditore maggiormente interessato alle modifiche da apportare a Piazza Salotto».

E ancora, lo stesso gip: «Dalle conversazioni intercettate emerge con chiarezza che l’Oranges interpella spesso il Vercillo sulle questioni da risolvere in relazione alla gradinata e dallo stesso riceve consigli di carattere strategico, mentre appare evidente l’incompatibilità tra il fine privato perseguito dall’Oranges e quello pubblico che avrebbe dovuto informare l’azione del Vercillo. In particolare, nella conversazione captata al progressivo nr. 186 del 18/10/2016 intercorsa tra il Perrone Damiano e l’indagato Oranges Pietro Paolo di cui al punto 49) la cui posizione sarà successivamente approfondita, è di rilievo il seguente passaggio: “Oranges Pietro Paolo: si ma io non me ne frega niente, la gradinata Damià non hai visto quanto ci abbiamo messo a gettare cemento e cose, che cazzo ci vuole. lo la gradinata, la gradinata, se lui dice si e cose, la gradinata ci mettìamo noi e la facciamo noi, mi devono dare soltanto il tasto giusto per farlo andare avanti che ho rinchiuso, ma io con Franco Pucci e coso lo sai quanto ci mettiamo a farla, due giorni ed è fatta. Perrone Damiano: e lo so lo so…(incomprensibile)… Oranges Pietro Paolo: …(incomprensibile)… No se no io, Damià forse non hai capito. Hai visto che io ho lasciato il marciapiede da quella parte per lasciare la strada libera che loro volevano la”

[…] Non solo: la Montera si occupa in prima persona, come accennato, della questione relativa alla soppressione di fatto di un tratto di Via Alfieri, tentando di condizionare gli esiti del sopralluogo dei tecnici del Comune, da lei stessa suggerito all’ingegnere Durante, precedente Responsabile unico del procedimento. Si vedano le conversazioni di seguito riportate, dalle quali emerge il tentativo della Montera di indurre in errore i tecnici persuadendo che “la planimetria che prevede come ancora esistente Via Alfieri non è quella giusta, in quanto Via Alfieri è inclusa nella piazza”: l’indagata Montera, nell’omettere il controllo doveroso della sussistenza dei presupposti di legge e nell’omettere di adottare i provvedimenti conseguenti, limitandosi al contrario ad apporre un visto alle perizie di variante, ha certamente fornito un contributo causalmente rilevante alla commissione dell’illecito da parte delle imprese interessate alle variazioni dei lavori. In particolare spiccano i lavori di bitumazione non previsti per importi considerevoli, presenti sia nella prima che nella seconda variante, che ancora una volta avvantaggiano il Perrone.

Di ciò la Montera si rende perfettamente conto, come emerge dalla conversazione n. 1433: “…ora ti stai adeguando un’opera pubblica per risolvere il privato (si fa riferimento alla costruzione del manufatto attiguo alla Piazza Salotto da parte di un’impresa di Oranges Pietro Paolo, che ha invaso una parte della Via Alfieri edificandovi una scalinata di accesso al fabbricato), in più ti fai un altro affidamento, magari alla stessa ditta che risponde veramente per verso di qualcuno, ci potrebbe essere sempre mischiato un subappalto di Perrone. Cioè hai capito qual è la situazione? È complicata assai”. E continua poi: “ma tu adesso se fai una cosa di queste, tu gli stai dicendo che è tutto artificioso e fatto apposta. Per uscire da questo impasse eh..(ride). Hai capito? È delicato”. E ancora: “Figurati, già io mi immagino il giorno dopo..,Tutto questo poi cacchiarola ci si concentra pure la cazzo della Guardia di Finanza” (Cfr. intercettazione ambientale stanza in uso all’architetto Montera: progressivi nr. 1431 -1432-1433 -1434).

Ed ancora dalla seguente conversazione, nella quale senza mezzi termini la Montera afferma che, laddove ci sono lavori pubblici da effettuare, la presenza del Perrone è immancabile, grazie al meccanismo del subappalto. Si noti che, tecnicamente, i Perrone non avevano in realtà alcun subappalto, ma ciò è la conferma che i subcontratti di fornitura di conglomerato bituminoso, nolo mezzi e distacco di personale hanno proprio la funzione di dissimulare un subappalto. Nella conversazione seguente l’architetto Montera afferma che Perrone aveva un subappalto per l’esecuzione dei lavori di Piazza Salotto, cosa non vera ma ha effettuato i lavori attraverso sub-contratti di comodo (nolo mezzi, distacco personale, eccetera). Dell’appalto di Piazza Salotto l’architetto Montera è stato il Responsabile unico del procedimento».

Singolare che il prestigioso e frequentatissimo locale pubblico che sorge qualche metro più avanti si chiami…”Caffè Alfieri”!   

Sulle misure cautelari emesse nei confronti degl’indagati da parte del gip Colitta, proprio in questi giorni si stanno pronunciando i giudici del Tribunale del Riesame di Catanzaro che nelle ultime ore hanno assegnato agli arresti domiciliari taluni che erano detenuti in carcere ed annullato le misure degli arresti domiciliari per taluni altri restituendo loro la libertà personale. Nel merito della maxinchiesta restano comunque tutti indagati ed è prevedibile che il procuratore Facciolla da qui a non molto ne chieda per tutti il rinvio a giudizio perché vengano presto mandati a processo.

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