Nuove scoperte dagli studi dei fondali marini. La parte profonda del Mare Jonio s’è riscaldata più d’altri mari, accumulando, negli ultimi tre decenni, il doppio del calore rispetto a quanto osservato globalmente. Lo rivela uno studio su trent’anni di misurazioni e modelli numerici, condotto da scienziati italiani nell’ambito del progetto Ritmare e pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

Il fenomeno è legato all’aumento delle temperature medie nell’area, che si riflettono sulla notevole crescita di temperatura e di salinità avvenuta nelle acque dense del Mediterraneo orientale, provenienti sia dal bacino adriatico sia da quello egeo, spiegano gli scienziati dell’Ente nazionale per le energie alternative, del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Il dato particolare dello Jonio è però legato anche a fattori specifici: complici sono la conformazione non uniforme dei fondali e la circolazione delle masse d’acqua, che si mescolano e convogliano con efficienza il calore verso profondità di 3-4000 mila metri, dove continua ad immagazzinarsi.

 

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