Da giorni i carabinieri forestali sono impegnati a dare esecuzione ad una lunga serie di decreti d’ispezione dei luoghi di proprietà di numerosi cittadini di Corigliano Rossano – tanto nel coriglianese quanto nel rossanese – emessi dalla Procura di Castrovillari che sta indagando su presunti abusi nell’edilizia privata e presunte irregolarità amministrative in relazione alle concessioni, da parte degli ex Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano, di permessi a costruire in sanatoria ed in base alle norme in materia di condono.
Poco o nulla è trapelato finora sugli esatti contorni dell’inchiesta giudiziaria, che procede sotto uno stretto riserbo da parte degl’investigatori che si muovono sotto le direttive del procuratore Eugenio Facciolla (foto). Il capo dei magistrati inquirenti castrovillaresi l’aveva comunque annunciata tale inchiesta, durante la propria conferenza stampa dello scorso 5 luglio relativa all’operazione di polizia giudiziaria denominata Flumen luto (in latino, fiume di fango) e riguardante una delle due maxinchieste palesatesi attraverso i provvedimenti spiccati quello stesso mese, quella appunto sulle ritenute responsabilità penali dell’alluvione dell’agosto 2015 a Corigliano Rossano e l’altra sull’individuato cartello d’imprese che per anni avrebbe truccato le gare d’appalto presso l’ex Comune di Corigliano Calabro con la supposta complicità di numerosi funzionari dello stesso attuale Comune di Corigliano Rosasano.
Adesso, dunque, sotto la lente d’ingrandimento della Procura vi sarebbe quella mole di pratiche amministrative riguardante le concessioni di permessi a costruire da parte dei due ex Comuni ai privati ed il rispetto delle norme sui condoni nell’edilizia privata di matrice abusiva, in particolare in quelle zone esposte ai rischi di dissesto idrogeologico. L’inchiesta – con ipotesi di reato al momento iscritte a carico d’ignoti – potrebbe rappresentare la naturale prosecuzione dell’operazione Flumen luto, e, pare, sia maggiormente orientata sul versante coriglianese. Qui infatti, il 19 maggio del 2016, su disposizione del sostituto procuratore castrovillarese Valentina Draetta, la Guardia di Finanza aveva compiuto un maxisequestro di documentazione ritenuta d’interesse investigativo, che fu dissequestrata e riconsegnata ai responsabili degli uffici comunali dopo oltre un anno, il 29 settembre del 2017.
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