Nella nuova città in un mese due – forse tre – morti ammazzati

 

Antonio Barbieri, 26 anni, “pesce piccolo” della malavita rossanese, è morto da poche ore nel suo letto d’ospedale all’Annunziata di Cosenza. Sabato sera, intorno alle 20, qualcuno gli aveva sparato due colpi in testa per mandarlo al Creatore, all’interno dell’abitacolo della sua Mercedes nera. Pensava (o pensavano) d’esservi riusciti in quel momento, ma il ragazzo non era morto ed ha “resistito” – in coma – quasi quattro giorni.

Alla fine oggi è morto. Ammazzato. Ed è il secondo morto ammazzato nel giro d’un mese – forse addirittura il terzo – nella città di Corigliano Rossano. Insieme al boss di ‘ndrangheta 51enne Pietro Longobucco di Corigliano cui probabilmente dovrà sommarsi la fine per ora misteriosa del pregiudicato 31enne Antonino Sanfilippo, coriglianese pure lui, amico di Longobucco e sparito dalla città proprio in quegli stessi giorni in cui a sparire era toccato a Longobucco poi ritrovato cadavere galleggiante nelle acque sottostanti una delle banchine del porto di Schiavonea. Per Sanfilippo s’ipotizza invece un caso di “lupara bianca” costruito ad arte, dopo l’eliminazione d’entrambi, vale a dire di Longobucco e di lui stesso. Il furgoncino di cui il giovane prima di sparire aveva denunciato il furto ai carabinieri è stato di fatto rinvenuto dai sommozzatori e poi tirato su proprio dai fondali di dodici metri sotto la stessa banchina portuale in cui due giorni prima galleggiava il cadavere del boss crivellato di colpi di pistola, con la rivoltella poi trovata nell’abitacolo dello stesso Fiat Fiorino bianco appartenuto a Sanfilippo. Era la metà di dicembre.

 

 

E appena dopo un mese il “poligono di tiro” si sposta di pochi chilometri, nell’area rossanese della nuova grande città. Già, ma che omicidio è stato quello di Antonio Barbieri? Il movente è di natura passionale e fa rimpallare le tracce dell’assassino proprio su Corigliano, e in particolare su un noto pregiudicato del luogo suo coetaneo già domenica sottoposto all’esame dello “Stub”, oppure Barbieri, benché “piccolo pesce” è stato eliminato proprio negli ambienti delle ’ndrine rossanesi? Sì, perché il 26enne nel recente passato avrebbe spesso fatto da “autista” ad un noto pregiudicato rossanese, uno abbastanza “alto in grado” e con un certo curriculum malavitae benché di giovane età. Barbieri avrebbe “sgarrato” in qualcosa ed è stato attirato ad un appuntamento-tranello e tradito da qualcuno che riteneva suo amico?

 

La posizione in cui è stato ritrovato il corpo gravemente ferito alla nuca (foto qui in alto) farebbe supporre che gli abbiano sparato dal lato passeggero della sua stessa berlina, oppure dai sedili posteriori di essa. Le indagini sono in mano agli agenti del locale Commissariato e sono coordinate, per adesso, dal sostituto procuratore di Castrovillari Giovanni Tedeschi. Per ora non s’esclude nessuna delle due possibili piste-moventi. Se si percorresse quella che puzza di ’ndrangheta l’inchiesta passerebbe di mano ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro…

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