L’indagine sullo spaccio di droga prese le mosse dalla tragica fine di Eros Milizia
Il giudice monocratico del Tribunale di Castrovillari Annamaria Grimaldi ha emesso, lo scorso 14 gennaio, sentenza nei confronti d’una serie d’imputati nell’ambito del processo “Fusion” per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, dichiarando la prescrizione dei reati loro contestati. Le indagini che poi portarono al processo “Fusion” presero le mosse dalla drammatica morte, avvenuta il 22 giugno del 2010, del giovane e noto titolare d’una boutique di Corigliano, Eros Milizia, il quale, dopo avere acquistato della cocaina, per sfuggire ad un controllo stradale da parte dei carabinieri ingerì la sostanza della quale era in possesso sigillata in un involucro di cellophane.
Eros Milizia
Da quel tragico fatto l’allora Procura di Rossano fece scattare una miriade d’intercettazioni telefoniche ed ambientali che qualche tempo dopo, il 25 novembre del 2011, portarono ad una dettagliata informativa da parte dei carabinieri e nell’estate del 2012 all’’“Operazione Fusion” condotta dagli stessi carabinieri delle due compagnie di Corigliano e Rossano con una ottantina d’indagati, trentaquattro dei quali attinti da misure cautelari. Molti definirono le loro posizioni col patteggiamento e col rito abbreviato.
Il 16 maggio del 2013, il giudice per l’udienza preliminare dell’allora Tribunale di Rossano Enrico D’Alfonso, nel prosciogliere alcuni imputati dispose il rinvio a giudizio dei restanti dinanzi al Tribunale di Castrovillari, fissando la prima udienza dibattimentale al 27 febbraio del 2014. Da allora però, una serie di rinvii ed avvicendamenti di giudici ha fatto sì che si giungesse alla sentenza odierna che dichiara i reati prescritti, fatta eccezione per alcuni imputati gravati da recidive generiche o specifiche che ne hanno impedito – ad oggi – il maturare della stessa prescrizione.
La sentenza (le cui motivazioni saranno depositate entro 40 giorni) riguarda Antonio La Banca, Aldo Antonio De Cicco, Francesco Fortunato, Franco Pometti, Francesco D’Agostino, Cosimo Malagrinò, Francesco Capalbo, Andrea Zaccaro, Domenico Appollaro, Marco Meligeni, Loris Schiavelli, Natasha Rizzo, Domenico Ritacco, Simone Gioia, Enzo Fiorito, Davide Sulainami e Pasquale Luzzi. Gl’imputati erano difesi dagli avvocati Francesco Paolo Oranges, Andrea Salcina, Marisa Caravetta, Francesco Sammarro, Giovanni Scatozza, Enzo Belvedere, Francesco Nicoletti, Pasquale Di Iacovo, Antonio Pucci e Carlo Castrovillari.
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