La metà del “generale” Graziano, 9 con Promenzio, 5 con Stasi e quella del M5S per Fiorentino
Nessuna sorpresa per chi da qualche mese sta seguendo l’evolversi della “faccenda” politico-elettorale proiettata alle oramai imminenti prime elezioni comunali della nuova grande città di Corigliano Rossano, quella nata dalle vecchie “glorie” – ma forse più dalle recenti “ceneri” – delle due ex municipalità confinanti di Corigliano Calabro e Rossano. A dispetto d’un numero “normale” di candidati alla carica di sindaco – 4 – le liste presentate a sostegno degli stessi sono quella prevista enormità numerica che da tempo s’annunciava. Ben 28. La metà delle quali – ben 13 – a sostegno del candidato sindaco Giuseppe Graziano, il cosiddetto “generale” della coalizione civica di centrodestra “Il sindaco che unisce”, 9 a sostegno dell’aspirante primo cittadino Gino Promenzio della coalizione misto-fritto “Civico e popolare”, 5 per il candidato Flavio Stasi della coalizione civica di centrosinistra “Per Flavio Stasi sindaco”, e la restante, quella del Movimento 5 Stelle, a sostegno del proprio candidato sindaco Claudio Fiorentino (nella foto, col maglioncino giallo). Più o meno 24 candidati per lista fanno insomma quasi 700 candidati alla carica di consigliere comunale per i 25 seggi elettivi nella prossima assise civica, compreso, ovviamente, quello del sindaco che risulterà eletto tra un mese esatto oppure dopo l’eventuale turno di ballottaggio del 9 giugno.
Gli aventi diritto al voto saranno 68.898, gli analisti politici locali prevedono un consistente – e forse stavolta più che fisiologico – fenomeno dell’astensione dal voto da parte dei cittadini-elettori, aspettandosi che a recarsi alle urne saranno complessivamente all’incirca 40 mila aventi diritto. Tesi che, però, potrebbe essere smentita proprio dall’altissimo numero di “pedine” sulla scacchiera del voto – leggasi la carica dei 700 candidati al Consiglio comunale – che potrebbe far muovere madri, padri, sorelle, fratelli, cognati, cugini ed i parenti tutti, come sul scriversi su certi manifesti che con le elezioni però non hanno nulla a che vedere.
A sinistra Giuseppe Graziano, a destra Gino Promenzio
Anche se siamo in attesa di leggere e in complesso d’analizzare tutti i nomi di questa valanga umana di candidati, un po’ di nomi circolano oramai da giorni sui social network e su Facebook in particolare ognuno col proprio buon “santino”. E proprio sulla scorta di ciò possiamo esprimere già qualche considerazione di carattere politico, o meglio di ribadirla ai nostri lettori.
Uno: la corsa per avere il maggior numero di liste possibile è stata chiaramente ed ovviamente finalizzata ad avere il massimo numero possibile di “pedine” che da qui al prossimo 26 maggio possano far veicolare il consenso da essi stessi ai candidati a sindaco rispettivamente sostenuti. E considerato lo sconsiderato numero di candidati a consigliere comunale, nella maggior parte dei casi si tratta di candidati “usa e getta”, che saranno cioè utilizzati esclusivamente per raccattare voti tra le loro famiglie, i loro parenti ed i loro amici e “grazie e arrivederci” da parte dei rispettivi candidati a sindaco sostenuti. Questo vale soprattutto per Graziano e Promenzio.
Flavio Stasi
Due: attraverso il consistentissimo numero di liste a proprio sostegno, il “generale” Graziano vorrebbe assicurarsi già il 27 maggio la maggioranza in Consiglio comunale, probabilmente conscio di raccogliere nettamente meno consenso sul proprio nome come candidato a sindaco. In tal modo affronterebbe l’eventuale turno di ballottaggio del 9 giugno con queste parole d’ordine: “La maggioranza consiliare è mia e l’unico modo per far partire la nuova città di Corigliano Rossano è quello d’eleggere me come sindaco”. E in un ipotetico quadro siffatto, il “generale” avrebbe la strada spianatissima.
Tre (la cosa più importante): quello che si prospetta rischia d’essere il Consiglio comunale più scadente delle due storie istituzionali di Corigliano e di Rossano. Già, perché in questo quadro politico quello che manca è il ruolo della vera classe dirigente cittadina. Che, perlopiù assente nel campo elettorale, ha l’obbligo morale d’indirizzare il consenso dei cittadini elettori verso quei candidati qualitativamente migliori quanto a loro doti politiche e loro capacità – di qualsivoglia schieramento – in modo tale da poter vedere eletto un primo Consiglio comunale di Corigliano Rossano che sia davvero all’altezza del difficilissimo compito di costruire delle solide fondamenta per la nuova città. Sì, perchè con un assemblaggio di peones rischierebbe sul serio di sprofondare ancor prima di sorgere.