Non vi sono strumenti normativi per sciogliere la fusione decisa dai cittadini nell’ottobre del 2017
Una quarantina di partecipanti perlopiù coriglianesi e idee assai confuse. È questa la sintesi della prima riunione del “Comitato per il ritorno all’autonomia” degli ex Comuni di Corigliano Calabro e Rossano tenutasi venerdì sera nella Sala Beato Felton al centro storico coriglianese (foto). La “spedizione dei 40” ha il velleitario obiettivo di porre nuovamente la linea di confine tra Corigliano e Rossano, abbattuta il 22 ottobre del 2017 attraverso il pronunciamento dei cittadini nell’apposito referendum consultivo sulla legge regionale per la fusione dei due ex distinti Comuni, ma palesa di disconoscere eventuali strumenti giuridici per tale proposito né d’avere qualche idea per combattere questa “battaglia”. Al contempo fa emergere d’essere in gran confusione e contraddizione.
Uno dei suoi attivisti, l’architetto ed ex amministratore comunale coriglianese Mario Gallina, dirigente regionale del partito di Rifondazione Comunista, infatti afferma: «Non abbiamo l’obiettivo d’essere opposizione all’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, ma semplicemente di portare alla luce nella prassi giornaliera del governo della (delle) città quali e quanti sono le incongruenze e le difficoltà insormontabili che andremo tutti, amministratori ed amministrati, ad affrontare proprio a causa di questa scellerata ed insensata scelta». Se tale intendimento non può definirsi “opposizione” vuol dire che la scienza della politica ha cambiato radicalmente rotta proprio venerdì sera in quel del Beato Felton coriglianese. Già, perché l’attuale prima amministrazione comunale coriglianrossanese guidata dal sindaco Flavio Stasi è chiamata ad elaborare progetti e scelte di politica amministrativa finalizzati al governo della città in una visione assolutamente unitaria d’essa stessa.
Mario Gallina ed Antonio Gorgoglione
A Gallina fa eco il dottor Antonio Gorgoglione, altro attivista del comitato nonché segretario coriglianese di Rifondazione Comunista: «Il nostro scopo non è quello d’ostacolare i lavori dell’attuale amministrazione, ma solo quello di perseguire l’obiettivo del ritorno all’autonomia delle due città». Sì, ma di grazia, come? “Illuminante”, a tal proposito, ancora una volta Gallina: «Visto il vulnus al diritto all’autodeterminazione dei Comuni per i quali s’è proceduto alla fusione, si studieranno tutte le ipotesi d’opposizione che possono essere messe in campo giuridico e legislativo, operazione questa che s’è già avviata a livello nazionale con tutte quelle realtà che vivono la stessa nostra realtà e con le quali si sta organizzando un forum nazionale per rappresentare le nostre esigenze di giustizia amministrativa». Si sta studiando, quindi. Ma sentiamo ancora il Gorgoglione-pensiero, lui che da originario di Trebisacce, impiegato al Parco nazionale del Pollino e residente a Corigliano-Rossano per ragioni di matrimonio e di famiglia, aspira al ruolo di memoria storica della “coriglianesità” e della “rossanesità”, con parole sicuramente destinate ad essere gelosamente custodite negli annali di storia “patria” cui le generazioni future potranno attingere per comprendere i politici del loro passato: «Con un colpo di spugna hanno deciso di cancellare la storia millenaria di cui erano depositarie le due città: oggi solo maggiori disagi per i cittadini, che quotidianamente vivono sulla loro pelle le difficoltà di dover convivere con una fogna rotta, come quella che sgorga nel quartiere San Francesco di Corigliano Scalo, che ancora oggi dopo più di dieci giorni invade le strade del quartiere con il suo liquido maleodorante, o le buche sulle strade, che ogni giorno costringono gli automobilisti a delle vere e proprie prove di guida estrema, per le gimcane che sono costretti ad effettuare per raggiungere le scuole dei propri figli o per recarsi in ufficio, con l’aggravio che mentre prima si sapeva con quale ufficio del Comune colloquiare per segnalare il disagio, oggi, con l’espoliazione degli uffici verso Rossano, vedasi lo spostamento dell’ufficio tecnico in atto, si dovrebbe andare a Rossano per la segnalazione del guasto, con un aumento dei tempi di ripristino delle criticità».
Il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi
Dunque, una gloriosa storia di fogne e di strade groviera per la quale il comitato incita alla lotta per l’autonomia al grido di battaglia “Tu fatti le fogne tue che io mi faccio le buche mie”, invece di stare col fiato sul collo dell’amministrazione comunale perché risolva tali criticità infrastrutturali. Già. Perché se vai all’ufficio tecnico – che nella sede municipale coriglianese c’è tuttora e che Gorgoglione confonde con quelli della manutenzione – sarai costretto a renderti conto che hai sbagliato ufficio e di sicuro non lo risolvi lì il problema delle fogne né quello delle buche…
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