Il caso del giovane suicidatosi dopo essere stato truffato raccontato dagl’inquirenti in conferenza stampa

 

 

Ben 291 titoli di qualifica professionale illecitamente rilasciati ad altrettanti soggetti e 6 persone arrestate: quattro imprenditori operanti nel settore degl’istituti di formazione professionale, due residenti nel cosentino e due nel napoletano, e due dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari Carmen Ciarcia su richiesta del sostituto procuratore Antonino Iannotta.

E i carabinieri del Nas, Gruppo tutela della salute di Napoli, col supporto dei Comandi provinciali di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia, nonché dei Nas di Roma, Bologna, Latina, Torino, Cremona, Treviso ed Alessandria, hanno eseguito stamattina le misure nell’ambito dell’operazione che è stata denominata “Ponzi”. Gli arrestati sono: Edoardo Scavelli, 63 anni, di Drapia (Vibo Valentia); Saverio Epifano, 42 anni, di Acquaformosa; Domenico Pucci, 61 anni, di Amendolara; Antonio Vincenzo Cuccaro, 51 anni, di Oriolo; Alfonso Anna Sacco, 66 anni, di Portici; Enrico Novissimo, 42 anni, di Napoli. Costoro – tutti incensurati ed accusati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed al falso  – avrebbero organizzato, negli anni 2015/2017, oltre 30 corsi d’Operatore socio sanitario ed Operatore socio sanitario con formazione complementare, attraverso una scuola professionale con sede legale nel Comune di Altomonte denominata “Sud Europa” e priva d’accreditamento alla Regione Calabria. Gli allievi dell’istituto, reclutati nel tessuto sociale calabrese mediante la prospettiva d’un facile sbocco lavorativo, pagavano 2 mila euro ciascuno per frequentare evanescenti corsi teorico-pratici in cui veniva loro offerta una formazione professionale del tutto inadeguata, assai distante dagli standard previsti dalla vigente legislazione.

 

La normativa nazionale, infatti, prevede, per il conseguimento del diploma d’Operatore socio sanitario, la frequenza d’un corso d’almeno 1000 ore, comprensive di 450 ore di tirocinio presso strutture sanitarie accreditate. Ciò al fine di garantire la massima tutela ai soggetti verso i quali gli “Oss” sono tenuti ad esplicare la propria delicata funzione professionale, spesso appartenenti alle fasce più deboli come anziani, disabili ed ammalati lungodegenti. Nel caso della scuola “Sud Europa”, invece, le indagini hanno acclarato che la didattica era gestita in maniera a dir poco superficiale. Le lezioni avvenivano inizialmente all’interno di locali dell’ex ospedale di Trebisacce – ove lavorano tuttora due degli arrestati – con l’unico fine di fornire agli allievi una parvenza di prestigio ed ufficialità ai corsi. L’Asp di Cosenza, poi, venuta a conoscenza dello svolgimento dei corsi in carenza di qualsiasi autorizzazione, ha imposto l’immediata cessazione delle attività, ma il business e le lezioni non si sono interrotte proseguendo all’interno delle sale d’un albergo, sempre a Trebisacce.

 

 

Lex ospedale di Trebisacce

 

Per rendere l’idea della reale preparazione d’alcuni degli studenti: solo alcuni d’essi hanno svolto alcune ore di volontariato presso strutture socio-assistenziali del cosentino, mentre per molti altri la formazione pratica veniva data per assolta pur non avendo mai di fatto messo piede in una struttura sanitaria. Al termine dei percorsi formativi fittizi, gl’indagati fornivano anticipatamente agl’iscritti ai loro corsi le soluzioni alle domande dei test degli esami finali, raccomandandosi di impararle a memoria. Le prove finali si svolgevano a Napoli, dove gli allievi venivano accompagnati in pullman appositamente noleggiati, ed avvenivano dinanzi alla commissione ufficiale della Regione Campania, ignara del reale percorso formativo dei corsisti. L’intero sistema fraudolento, infatti, era reso possibile dall’apporto determinante dei due sodali rappresentanti d’altrettanti istituti di formazione regolarmente accreditati presso la Regione Campania, il “Sa.Dra” e il “Check up formazione”, che provvedevano a costruire un percorso formativo falso agli allievi provenienti dalla scuola “Sud Europa” inserendo i discenti negli elenchi dei propri corsi di “Oss” ed “Osss”, facendo così risultare che gli studenti calabresi avessero frequentato le lezioni teoriche presso le aule “Sa.Dra” e “Check up”, ed i prescritti periodi di tirocinio presso le Case di cura “Villa Angela” di Napoli e “Ios Meluccio” di Pomigliano D’Arco, sempre nel napoletano, ove in realtà gli allievi non avevano mai messo piede.

 

 

Disposto pertanto il sequestro dei 291 titoli illecitamente conseguiti, che in queste ore sono sottoposti a sequestro penale da parte dei carabinieri su tutto il territorio nazionale. Il giro d’affari prodotto, per il solo periodo oggetto d’indagine, ammonta ad oltre 570 mila euro, anch’essi in queste ore sottoposti a sequestro preventivo sui conti correnti della “Scuola Sud Europa” e degli stessi indagati. I risultati dell’indagine – condotta pure con intercettazioni telefoniche ed ambientali – sono stati illustrati poche ore fa nel corso d’una conferenza stampa tenutasi in Procura a Castrovillari, presieduta dal procuratore capo Eugenio Facciolla, cui hanno partecipato il procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Otello Lupacchini, il tenente colonnello Vincenzo Maresca comandante dei carabinieri del Nas di Napoli, il capitano Vincenzo Pappalardo comandante dei Nas di Cosenza, ed il sostituto procuratore Iannotta titolare della maxindagine (foto in apertura). Durante la conferenza stampa è emerso persino che tra i corsisti vittime della megatruffa – alcuni dei quali hanno denunciato i loro “casi”, dando così il via all’inchiesta – v’è stato pure un iscritto del cosentino, il quale, dopo avere scoperto d’essere stato truffato e che il titolo che aveva conseguito non gli sarebbe valso a nulla per trovare un lavoro, inutilmente ricercato per anni ed anni in una regione in cui di lavoro notoriamente purtroppo non ce n’è, ha deciso di porre fine alla propria esistenza suicidandosi.

 

Di admin

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