Incastrato dalle impronte digitali lasciate su un vetro
Risolto dopo poco più d’un anno, con l’arresto di uno dei tre presunti responsabili, il caso della rapina consumata nella filiale della Banca di credito cooperativo dello Scalo coriglianese, a Corigliano-Rossano, il 16 luglio del 2018. Stamane, infatti, i carabinieri della locale Compagnia, con l’ausilio dei loro colleghi della Compagnia di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, hanno arrestato un giovane residente proprio in quel comune del napoletano.
Si tratta di G.I., di 20 anni. L’arresto è stato effettuato in esecuzione di un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari su richiesta della locale Procura. L’accusa nei confronti del giovane è di rapina aggravata. Le indagini erano scattate immediatamente dopo la rapina all’istituto di credito cittadino, dove tre malfattori avevano fatto irruzione nel primo pomeriggio incuranti della folta presenza di clienti e dipendenti, ed erano riusciti ad arraffare il lauto bottino di circa 30 mila euro. Il gruppo criminale era entrato nell’istituto di credito indossando copricapi e passamontagna, per travisare il volto, quindi, dopo aver terrorizzato i presenti, li aveva legati con fascette di plastica e rinchiusi in una stanza dell’istituto bancario. Erano infine riusciti a farsi consegnare il denaro contante prima di fuggire a bordo di un’autovettura in direzione Sibari e far perdere le proprie tracce.
Portatisi sul posto i militari della Sezione operativa della Compagnia coriglianese diretti dal maresciallo Serafino Madeo, col materiale tecnico a disposizione avevano effettuato un accurato sopralluogo alla ricerca di tracce dei rapinatori. In particolar modo venivano evidenziate e repertate delle impronte digitali che uno dei tre aveva lasciato con la propria mano su una superficie di vetro. Inviate al Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Messina, dopo qualche mese erano giunti i risultati delle analisi. Il profilo genetico repertato risultava presente nella banca dati Dna e combaciava con l’identità dell’odierno arrestato.
Nello stesso giorno della rapina i carabinieri avevano sentito dettagliatamente tutti i testimoni presenti, ed avevano acquisito le immagini degl’impianti di videosorveglianza della banca che hanno permesso d’ottenere altri indizi che hanno corroborato i successivi risultati ottenuti con la comparazione delle impronte lasciate da uno dei rapinatori. E sulla scorta delle risultanze investigative dell’Arma, la Procura di Castrovillari ha richiesto per l’indagato la misura cautelare del carcere, istanza condivisa dal gip ed unica idonea a scongiurare la reiterazione della medesima condotta delittuosa, compiuta con una tale spregiudicatezza che s’evince dalle modalità con cui i rapinatori hanno consumato il reato. Il 20enne napoletano risulta indagato pure per porto abusivo d’armi. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto nel carcere di Poggioreale. Le indagini proseguono al fine d’identificare i complici, sui capi dei quali importanti elementi potrebbero essere ottenuti dall’analisi del materiale sequestrato durante la perquisizione nell’abitazione dell’odierno arrestato.