90 mila euro di tasse mai pagate allo Stato, da cui ha avuto persino un finanziamento di 53 mila euro, ed operai lasciati senza salari!!!

Carte alla mano, AltrePagine il 5 gennaio del 2020 aveva pubblicato l’ottimo “curriculum” imprenditoriale dell’architetto rossanese Ernesto Rapani, allora candidato (poi trombato) al Consiglio regionale ed oggi nientepocodimenochè aspirante senatore della Repubblica (delle banane). 

Ieri sulla sua pagina Facebook il nostro ha scritto:

«Tengo molto a condividere sulla mia pagina l’intervento integrale di Giorgia Meloni di questa sera a Cosenza per dare la possibilità di ascoltare, a quanti non sono riusciti ad esserci, quali sono le idee ed i programmi con cui andremo a governare l’Italia» (!!!)

A chi ha la memoria corta auguriamo buona (ri)lettura...

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Oggi pomeriggio alle 17,30, nella sala conferenze dell’Hotel San Luca di Corigliano-Rossano, Ernesto Rapani, 52 anni (foto), presenterà ai cittadini elettori la propria candidatura al Consiglio regionale della Calabria alle elezioni del prossimo 26 gennaio in sostegno della candidata governatrice del Centrodestra Jole Santelli, nella Circoscrizione elettorale Nord Calabria e nella lista del partito di Fratelli d’Italia guidato da Giorgia Meloni di cui lo stesso Rapani fino a qualche giorno fa era coordinatore regionale prima di cedere tale carica, proprio in forza della candidatura, alla parlamentare Wanda Ferro, la quale oggi sarà presente insieme ad altri esponenti del partito all’appuntamento coriglianrossanese.

Un appuntamento politico-elettorale in cui le balle sul bene della nuova grande città di Corigliano-Rossano e del ben più vasto comprensorio della Sibaritide si sprecheranno da parte di quanti prenderanno la parola, e soprattutto da parte del protagonista stesso della kermesse, vale a dire proprio il candidato Ernesto Rapani le cui chiacchiere stanno già sotto zero in considerazione della recentissima dichiarazione di fallimento decretata lo scorso 2 ottobre 2019 dal Tribunale di Castrovillari nei confronti della società di costruzioni “Edil Fratema Srl” di proprietà dei fratelli Ernesto, Adriana ed Espedito Rapani, e di cui il politicante architetto oltre che socio proprietario di maggioranza è stato amministratore e poi liquidatore.

«Sono orgoglioso di poter rappresentare un territorio così vasto ed importante come la Piana di Sibari nella lista di Fratelli d’Italia. Determinazione, rispetto per questo nostro territorio, esperienza – ha dichiarato Rapani nell’annunciare la manifestazione di oggi – saranno i valori di base che accompagneranno questa nuova sfida politica. Sarà l’occasione per incontrarci di nuovo e per poter illustrare quelli che saranno i punti cardine del programma elettorale».

Punto primo: pagare le tasse allo Stato. Macché. Già, perché il debito più consistente che ha prodotto il fallimento dell’impresa edile di Rapani è rappresentato proprio dai crediti che Agenzia delle entrate-riscossione – l’ex “Equitalia” per intenderci – vanta nei confronti della “Edil Fratema Srl”. E sono quasi 90 mila euro di tasse mai pagate, per come certificato dal curatore fallimentare Stefano Miranda nel suo primo progetto di stato passivo in cui figurano i nomi dei primi creditori dei Rapani. 

A seguire vi sono due operai che, complessivamente, avanzano oltre 90 mila euro, e a seguire ancora un paio di società che vantano crediti per avere fornito beni e servizi all’impresa edile del politicante architetto e dei suoi fratelli.

Ma il prossimo 8 gennaio, fra tre giorni, in Tribunale, dinanzi al giudice Giuliana Gaudiano, è fissata la prima udienza per l’esame dello stato passivo del fallimento-Rapani. Un appuntamento giudiziario nell’ambito del quale, a quanto pare, dovrebbero insinuarsi numerosi altri creditori della “Edil Fratema Srl” tra i quali figurerebbe persino l’ex commercialista dell’impresa edile dei Rapani che vanterebbe spettanze professionali per circa 12 mila euro.

Ma all’interno di questa già per nulla edificante storia imprenditoriale di Ernesto Rapani & famiglia, ve n’è pure un’altra che merita d’essere raccontata, e quindi conosciuta da parte dei cittadini elettori che il prossimo 26 gennaio si recheranno alle urne.

Nell’aprile 2013 la società “Edil Fratema Srl” di Ernesto Rapani e dei suoi fratelli ottenne addirittura un finanziamento pubblico di ben 53 mila euro, decretato da parte della Direzione generale per gl’incentivi alle imprese del Ministero dello sviluppo economico. Soldi piovutigli dal cielo nell’ambito della Zona franca urbana istituita nel centro storico dell’allora Comune di Rossano, ed in cui l’impresa dei Rapani aveva – ovviamente – la propria sede legale…

Ma uno così può ambire a governare i calabresi, oppure è già decisamente troppo che abbia ricoperto per anni le cariche di consigliere comunale e provinciale?! direttore@altrepagine.it

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Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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