Dalla Regione: «L’ultimazione dei lavori e l’installazione delle apparecchiature e degli arredi sono previste entro il mese di maggio e per fine anno la struttura entrerà in esercizio»

 

 

di Fabio Buonofiglio

Nuovo giro, nuovo regalo. O meglio: nuova giunta regionale nuovo pacco. Non resta allora che sperare non si tratti del solito ed oramai conosciutissimo doppio pacco e contropaccotto. Già. Ed eccolo allora, puntuale come un orologio svizzero, il nuovo cronoprogramma per la “realizzazione” del nuovo ospedale della Sibaritide. È scritto nel Documento d’economia e finanza della Regione per il triennio 2020-2022, uno dei primissimi atti della nuova giunta guidata dalla governatrice Jole Santelli: «per il nuovo ospedale della Sibaritide l’ultimazione dei lavori e l’installazione delle apparecchiature e degli arredi sono previste entro il mese di maggio 2022, l’entrata in esercizio della struttura è prevista per il mese di dicembre 2022». Due anni per costruirlo, quindi, e due anni e mezzo per poter andare a ricoverarsi, in caso di necessità sanitaria, nell’ex terra di mezzo di contrada Insiti tra gli ex Comuni di Corigliano Calabro e Rossano oggi Comune unico.

 

Dal celestiale cosmo regionale, scendiamo di nuovo sulla terra, proprio su quella di contrada Insiti. Si tratta d’una previsione politico-amministrativa, salvo buon fine, se tutto andrà bene. E Coronavirus permettendo. In principio, quando la storia senza fine né lieta né infame incominciò, nel 2007, alla Regione c’erano le buonanime politiche di Agazio Loiero presidente e Franco Pacenza consigliere di zona, fu quest’ultimo a inventare la cosa e a brevettare nome e marchio. I due ora chi se li ricorda più? Presero i voti e scapparono, anzi il secondo pure senza voti in Regione ci ha bivaccato fino all’altro giorno. Poi alla presidenza venne il poi galeotto Giuseppe Scopelliti, e poi ancora Mario Oliverio, il grande amico, proprio quello che in Regione ci ha mantenuto fino a gennaio scorso il fu trombato Pacenza, e predecessore della Santelli.

 

Il progetto dell’ospedale da 144 milioni di euro

 

Ogni giunta regionale ha previsto un proprio cronoprogramma, poi puntualmente sconfessato, che dopo 13 anni ad Insiti vede solo e soltanto un cantiere di terra mossa e poi rimossa. Dei 144 milioni di euro finanziati per la mega struttura sanitaria d’eccellenza con 376 posti letto e tutte le specialità cliniche c’è solo quella terra, che quando c’è il sole è un ammasso e quando piove diventa fango.

 

I quattro parlamentari di Corigliano-Rossano. Da sinistra verso destra: Sapia, Forciniti, Abate e Scutellà 

 

Eppure, da qualche tempo, un po’ d’altre facce politiche si sono affacciate nella Sibaritide di questo fantomatico fantasma d’ospedale. Dapprima una sfornata di ben quattro parlamentari, tre deputati e una senatrice tutti di Corigliano-Rossano e per di più della maggioranza di Governo. In ordine alfabetico, per non fare torto a nessuno: Rosa Silvana Abate, Francesco Forciniti, Francesco Sapia ed Elisa Scutellà. Del quartetto, tutto del Movimento 5 Stelle, sin da quando nel marzo del 2018 ha fatto ingresso in Parlamento, colui il quale s’è occupato soltanto di sanità calabrese è Sapia. Ha denunciato sporche faccende e contribuito a mettere qualche pezza di qua e di là negli ospedali della Regione compreso lo sbrindellato spoke esistente a Corigliano-Rossano. Ma sulla losca faccenda del futuro ospedale della Sibaritide non ha mai messo mano, e neppure bocca. Del restante terzetto, Abate e Scutellà sembrano occuparsi di tutto lo scibile umano che vada dall’agricoltura alla giustizia o da Abaco a Zuzzurullone, con particolare predilezione per quest’ultimo, mentre Forciniti proprio qualche settimana fa ha preso carta, penna e calamaio richiedendo informazioni, documenti ed altre carte al dirigente della Regione responsabile del procedimento (quale?!) per la costruzione dell’ospedale, ottenendone il diniego («Ma non è finita qui», ha assicurato)ne abbiamo scritto qui

 

Il sindaco di Corigliano-Rossano Stasi faccia a faccia col commissario alla sanità regionale Cotticelli 

 

A giugno dell’anno scorso la città di Corigliano-Rossano s’è data il suo primo sindaco, Flavio Stasi, giovane, battagliero, di grandi e belle speranze. Ai primi dello scorso mese di settembre – alla testa degli altri sindaci del comprensorio – sul futuro ospedale ha ottenuto rassicurazioni finalizzate all’interessamento da parte del commissario nominato dal Governo per il Piano di rientro dal disavanzo finanziario della Sanità calabrese Saverio Cotticelli, generale dei carabinieri ed uomo mandato qui “a risolvere” proprio dal M5S di Abate, Forciniti, Sapia e Scutellà. Dopo 8 mesi Stasi e gli altri sindaci della questione nuovo ospedale non ne sanno nulla. E, forse, neppure se ne stanno interessando più. Ed è paradossale in questo periodo di piena emergenza per il Coronavirus, durante il quale nell’agenda del “nulla di fatto sanitario” s’è introdotta la “cosa nuova” – perché il nuovo ospedale della Sibaritide è oramai roba vecchia – vale a dire quel “polo Covid-19” istituito sulla carta la scorsa settimana dal vertice commissariale dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, ma senz’ancora alcuna operatività e con molta incertezza sull’operatività futura prossima. ne abbiamo scritto qui

 

L’assessore regionale Gianluca Gallo ed il consigliere regionale Giuseppe Graziano 

 

Infine, e non per ordine d’importanza, anzi: Corigliano-Rossano e la Sibaritide da due mesi e mezzo hanno due rappresentanti politici di maggioranza in Regione, uno più importante dell’altro. L’assessore Gianluca Gallo ed il consigliere Giuseppe Graziano. Tocca pure a tutti gli altri, ma toccherà soprattutto a loro due di rispondere – loro coi fatti – ai dubbi, di tutti, che da qui alla fine del 2022 la Sibaritide vedrà apparire, una volta tanto per davvero però, quell’ospedale nuovo che ai suoi 220 mila cittadini tocca di diritto.

direttore@altrepagine.it   

 

 

 

 

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