di Stella Rabia

È sotto gli occhi di tutti l’effetto devastante che il contagio da Covid-19 ha avuto sulle nostre vite. Come tutto ciò abbia scombussolato le nostre esistenze e come le abbia capovolte in tutti i settori. L’effetto più disastroso si è avuto nella nostra sanità, già allo sfacelo prima del contagio, ma che si è letteralmente affossata, adesso che piano piano si ritorna alla “normalità”, vera o presunta che sia. Il Servizio sanitario nazionale, quello locale,

 

già prima che esplodesse il panico generale e avvalendosi di stimati professionisti del settore medico-ambulatoriale, i medici di base per capirci, vietava l’accesso all’interno dei loro studi a persone che in qualche modo erano vicine a parenti giunti dal Nord. Tutto ciò avveniva in modo pubblico, tanto che i malcapitati venivano scansati e additati come possibili untori. Le informazioni erano dettate dalla scarsa conoscenza del virus. L’unica alternativa era quella di evitare i rapporti con gli altri.

 

 

 

Tutte le visite specialistiche sono state annullate, così come gli interventi. Ogni cosa rinviata a fine emergenza. Adesso, dopo mesi in cui si è  saputo e detto di tutto, assodato che la nostra Regione Calabria sia stata solo sfiorata dal contagio, che le attività sono state riaperte, il Servizio sanitario nazionale, quello locale, invece di riaprire al pubblico va in controtendenza e chiude tutte le visite specialistiche. Non vi si potrà  accedere prima di novembre, sperando che in autunno il virus non si riattivi. E così anche per i malati cronici, quelli che hanno subito interventi gravi prima dell’emergenza e che avrebbero bisogno di una visita di controllo, i cardiopatici, i diabetici eccetera. Il Servizio sanitario non esiste più. La pandemia ha risolto tutti i problemi di salute.

 

Già durante il lockdown non si moriva di altre patologie! E se qualcuno prova a telefonare al Numero Verde di Cosenza può solo affidarsi al Padre Eterno, perché o non rispondono oppure si sente il fastidioso beep del segnale occupato. Nulla possono gli addetti alle prenotazioni del Poliambulatorio di Cassano Jonio (nella foto in apertura) che non possono fare altro che trascrivere e consegnare agli assistiti il numero da chiamare personalmente.

redazione@altrepagine.it 

 

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