Dopo avere perso malamente al Tar, nella vertenza legale contro l’impresa Spezzano l’amministrazione potrebbe andare al Consiglio di Stato
di Fabio Buonofiglio
Non possiamo affatto negare che il nostro giornale aveva sposato la causa dell’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano guidata dal sindaco Flavio Stasi allorquando, tra la fine d’ottobre e la fine di novembre dello scorso anno, aveva deciso di revocare il contratto d’appalto in essere tra l’ente pubblico e l’impresa dell’ingegnere Luigi “Gino” Spezzano relativo alla manutenzione della rete d’illuminazione pubblica nell’area urbana coriglianese. Per AltrePagine, infatti, s’era trattato d’un atto di grande coraggio politico relativo ad un appalto di ben 24 milioni d’euro e della durata di ben 15 anni, in presenza delle anomalie dichiaratamente riscontrate dall’amministrazione comunale
nel rispetto del capitolato d’appalto e nella conduzione del relativo contratto. E in particolare: «[…] anomalie riscontate tra i servizi previsti in una variante non ammessa né nel capitolato né nel disciplinare, né nel bando di gara […]», una variante del valore di circa 5 milioni d’euro che l’amministrazione comunale reputava illegittima. Spezzano ovviamente presentò il proprio ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria, i cui giudici dapprima – a fine gennaio scorso – gli concedettero la sospensiva in relazione al provvedimento di revoca da parte dell’amministrazione comunale (trattandosi d’un servizio pubblico non poteva che essere così), e poi, trattando la causa nel merito del ricorso presentato dai legali di Spezzano e dell’atto di resistenza a quel ricorso prodotto dal legale del Comune, a fine maggio si sono pronunciati inequivocabilmente in favore del primo con una sentenza che ha dato davvero torto marcio all’amministrazione Stasi.
L’imprenditore Luigi “Gino” Spezzano
Il giudizio del Tar Calabria di Catanzaro sembra, infatti, assai chiaro ed eloquente: «[…]appare al Collegio che l’amministrazione abbia operato una confusione di piani, utilizzando due istituti giuridici distinti (annullamento in autotutela del provvedimento di aggiudicazione e risoluzione del contratto) con una commistione ibrida ma impropria. Difatti, l’amministrazione ha, per un verso, ipotizzato la sussistenza, nel rapporto contrattuale in essere, di una variante non consentita dall’art. 106 d.lgs. n. 50 del 2016 rispetto all’appalto originario e, per altro verso, invece di attivare direttamente il percorso della risoluzione nei termini e modi previsti al succitato art. 108 (e dunque operando sul rapporto contrattuale mediante il succitato potere privatistico) ha esercitato il diverso potere pubblicistico di annullamento in autotutela». Il Tar, dunque, «accoglie il ricorso (dell’impresa Spezzano) avverso la determinazione dirigenziale» e «condanna l’amministrazione resistente alla rifusione delle spese di lite, liquidate in € 2.000,00, oltre rimborso forfettario spese legali, Iva e Cpa per legge».
Una disfatta su tutta la linea, dunque, per il sindaco Stasi e la sua assessora agli Affari legali Anna Maria Turano (insieme nella foto d’apertura), per quest’ultima con l’aggravante specifica d’essere un avvocato patrocinante addirittura in Cassazione soprattutto quando nella sentenza si legge che l’amministrazione comunale ha agito «[…] con eccesso di potere per sviamento, illogicità e contraddittorietà, violando i consolidati principi per i quali la legittimità di un provvedimento amministrativo, in base al principio tempus regit actum, va valutata con riferimento allo stato di fatto e di diritto esistente al momento della sua emanazione […]».
Ma quanto è costato al Comune di Corigliano-Rossano – e quindi alle tasche dei suoi cittadini – questo temerario gioco d’azzardo? È presto detto: 18 mila euro per l’incarico professionale da pagare al legale che ha perso la causa, più 2 mila euro per la rifusione delle spese legali di lite, cui devono aggiungersi le annesse accessorie spese dell’imposta sul valore aggiunto e del contributo per la cassa previdenziale da corrispondere all’avvocato della vincente controparte, per un totale d’oltre 20 mila euro.
Nello sposare la causa persa dell’amministrazione, convinzione naturale del nostro giornale era che il sindaco Stasi e l’assessora Turano l’avessero studiata, ed assai bene, prima di dare l’input politico al dirigente comunale del Settore Energia, l’ingegnere Francesco Amica il quale aveva materialmente firmato il provvedimento di revoca del contratto d’appalto con l’impresa Spezzano. Stando ai rumors provenienti dagli stessi corridoi municipali, pure lo stesso dirigente Amica avrebbe dato un input a Stasi & Turano, vale a dire quello della scelta del legale cui affidare la causa poi malamente persa, nella figura dell’avvocato Valerio Zicaro del foro di Cosenza. E stando alle indiscrezioni di questi ultimi giorni Stasi & Turano potrebbero affidare allo stesso studio legale Zicaro l’eventuale ricorso del Comune avverso la recente sentenza del Tar Calabria di Catanzaro, nell’eventuale grado di giudizio definitivo al Consiglio di Stato. E lì altro che 18 mila euro, secondo chi capisce di parcelle legali: chi vivrà vedrà…
direttore@altrepagine.it
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