di Fabio Buonofiglio

È fissato per il prossimo 19 gennaio 2021, dinanzi ai giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’appello di Catanzaro, il processo di secondo grado nei confronti del noto medico ospedaliero 58enne Sergio Garasto e della 42enne Stefania Russo (nella foto), della 47enne amica di quest’ultima Nunziatina Falcone, e del 38enne Piero Andrea Zangaro, amico del medico e d’entrambe le donne. I quattro erano stati condannati lo scorso mese di febbraio da parte dei giudici della Corte d’Assise di Cosenza, a pene dai 23 ai 25 anni di reclusione per l’omicidio volontario d’un neonato, premeditato ed aggravato, consumatosi nel maggio del 2012 nel Pronto soccorso del “Guido Compagna”, il presidio ospedaliero coriglianese di Corigliano-Rossano.

 

Il sostituto procuratore di Castrovillari Valentina Draetta, il pubblico ministero rappresentante l’accusa nello stesso processo di primo grado tenutosi in Assise a Cosenza, che aveva sollecitato la pena dell’ergastolo nei confronti di tutt’e quattro gl’imputati, lo scorso mese di giugno è tornata alla carica, invocando nuovamente la stessa massima pena prevista dall’ordinamento italiano attraverso un motivato e corposo ricorso depositato in Corte di Cassazione nel quale contesta giuridicamente le motivazioni della sentenza di primo grado.

 

In pratica, il magistrato di Castrovillari ha impugnato la sentenza emessa lo scorso febbraio, poichè – a parere dello stesso pm – la determinazione dell’entità delle pene si sarebbe fondata, tra le righe delle 140 pagine della sentenza di primo grado, su un erroneo bilanciamento tra le circostanze aggravanti dello stesso reato e le attenuanti generiche riconosciute a tutt’e quattro gl’imputati. Due dei quali, invece, risultano gravati da procedimenti penali.

 

Stefania Russo e Nunziatina Falcone

 

Si tratta, in particolare, di Zangaro e del medico Garasto. Soprattutto a carico del presunto “dottor morte” – che è l’imputato principale di questo processo – v’è un elenco lunghissimo di processi tuttora in corso che figura nelle numerose pagine del suo certificato dei carichi pendenti, allegato, come quelli dei tre coimputati, nel ricorso del sostituto procuratore Draetta. La pena più alta, 25 anni di reclusione, era stata inflitta proprio a Garasto, 24 anni alla Russo, la ritenuta madre assassina, e 23 ciascuno alla Falcone ed a Zangaro, i loro ritenuti complici.

 

La rappresentante di pubblica accusa aveva dunque richiesto ai supremi giudici della Cassazione l’annullamento della «viziata» sentenza emessa dall’Assise cosentina. Ma il ricorso per Cassazione del pm, così come i ricorsi presentati dagl’imputati, sarà oggetto d’esame da parte dei giudici della Corte d’Assise d’appello nel processo di secondo grado, convertito in ricorso d’appello.

 

L’avvocato professor Franco Coppi

 

E c’è una grossa novità nel collegio difensivo dei quattro imputati. Agli avvocati del foro di Castrovillari Antonio Pucci, Mario Elmo, Alfonso Sapia e Pasquale Di Iacovo (quest’ultimo subentrato da poco nella difesa di Zangaro), in vista del processo che si terrà a Catanzaro in questi ultimi mesi s’è aggiunto il nome d’un principe del foro italiano.

 

È l’avvocato Franco Coppi, professore di lungo corso ed emerito di Diritto penale all’Università La Sapienza di Roma e protagonista in numerosi processi che hanno avuto eco mediatica nazionale e non solo. Il professor Coppi è infatti estensore del ricorso d’appello nei confronti dell’imputato Garasto, e proprio nella difesa del protagonista indiscusso del processo darà man forte all’avvocato Pucci. 

direttore@altrepagine.it

 

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