di Fabio Buonofiglio
A scanso di qualsivoglia equivoco: non siamo negazionisti del Covid-19 o Coronavirus che dir si voglia. Purtuttavia siamo inclini allo Stato di diritto quale dovrebbe essere la nostra Italia che lo è progressivamente e pericolosamente sempre meno. Dove francamente si sta esagerando con “leggi” che leggi non sono. Come taluni decreti ministeriali, e, soprattutto, le ordinanze dei presidenti delle regioni o dei sindaci. Che leggi dello Stato non lo sono affatto. L’“obbligatorietà” dell’uso della mascherina nei luoghi pubblici chiusi, per esempio, addirittura contravviene le leggi dello Stato! Sì, proprio così: è una misura controlegge. Che non si “giustifica” neppure con l’emergenza pandemica in atto dal momento che nella Costituzione repubblicana vigente v’è un unico stato d’emergenza, ed è la guerra. Legge dello Stato in vigore è invece il Testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza
– il Regio decreto del 18 giugno 1931, numero 773 – che all’articolo 85 prevede: “È vietato comparire mascherato in luogo pubblico. Il contravventore è punito con la sanzione amministrativa da euro 10 a euro 103”.
Con la Legge del 22 maggio 1975 numero 152 sono state introdotte nuove disposizioni a tutela dell’ordine pubblico, aggiornate dalla Legge numero 533 dell’8 agosto 1977 e dall’articolo 10 comma 4-bis del Decreto legge del 27 luglio 2005 numero 144, convertito, con modifiche, nella Legge del 31 luglio 2005 numero 155. Le nuove disposizioni in tema di sicurezza, prevedono, all’articolo 5: “È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino. Il contravventore è punito con l’arresto da uno a due anni e con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro. Per la contravvenzione di cui al presente articolo è facoltativo l’arresto in flagranza”.
La norma parla inizialmente di caschi protettivi, ma la locuzione “qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona” ha carattere generico e può senza dubbio ricomprendere anche l’utilizzo d’una maschera o mascherina che dir si voglia. È bene precisare che l’inciso “senza giustificato motivo” porta ad escludere la configurazione del reato tutte le volte in cui, appunto, sussista una concreta e valida motivazione per poter travisare il volto, che, comunque, dovrà essere valutata caso per caso. Allo stesso modo, andrà valutata caso per caso l’ipotesi in cui il comportamento del soggetto in maschera non si sia limitato a indossare una maschera ma, realmente, abbia provocato uno stato di paura ed ansia alle proprie vittime non potendo escludere anche la sussistenza d’altri reati.
Uno scorcio dello Scalo coriglianese di Corigliano-Rossano
La foto che apre questo servizio è stata scattata intorno alle 18 di oggi pomeriggio davanti a una delle casse d’un centralissimo, noto e frequentato supermercato dello Scalo coriglianese di Corigliano-Rossano. E dà la misura di come in Italia adesso si stia davvero esagerando, non nella prevenzione dal Covid-19 bensì nei comportamenti fuorilegge. Se può essere considerato giustificato motivo prevenire rischi di contagio attraverso l’uso della mascherina – assolutamente non obbligatorio per legge, anzi per legge illegale – come può giustificarsi il comportamento della persona nella foto? Difatti la sua presenza ha destato non solo stupore, ma anche e soprattutto timore a sentire i testimoni oculari della scena. La persona integralmente coperta, con ogni probabilità una donna, comunque italiana, per fortuna era entrata con l’intenzione soltanto d’acquistare dei prodotti, così come ha effettivamente fatto pagandoli alla cassa. Purtuttavia, conciata in quel modo, avrebbe potuto consumare una rapina a mano armata prendendo altri clienti come ostaggi o far scoppiare una cintura esplosiva fosse stata una terrorista kamikaze. Pare la persona in questione, proprio così conciata, abbia girovagato indisturbata dai tutori della Legge per l’intero pomeriggio lungo i marciapiedi delle trafficate e frequentate strade dello Scalo coriglianese. L’ultima rapina consumata in un istituto bancario coriglianese è stata compiuta da delinquenti che indossavano la mascherina antivirus, forse pochi lo sanno.
Il Testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza – mai sospeso dai vari Conte, Speranza, De Luca, Santelli, oggi al governo di Stato e Regioni – dovrebbe essere una pietra miliare per ogni rappresentante le forze dell’ordine. Ma, a quanto pare, così non è. Pure i rappresentanti la Legge stanno infatti diventando dei fuorilegge. Qualche giorno addietro ci è toccato d’assistere, pure noi alla cassa d’un supermercato, alla sceneggiata sceriffesca d’un mentecatto, un tizio che ha sfoderato dal proprio portafogli il distintivo di carabiniere per mostrarlo alla cassiera, che secondo lui aveva commesso il “reato” di tenere in quel momento la mascherina abbassata sul collo. Siamo intervenuti, consigliando proprio a lui di ficcarsela nel…
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