di Fabio Buonofiglio

Quasi sei anni fa – era il 30 gennaio del 2015 – un pensionato 75enne residente nell’ex Comune di Corigliano Calabro, Emanuele Caruso, noto a tutti come “il maresciallo” proprio perché per tanti anni in città aveva svolto il servizio di sottufficiale dell’Arma dei carabinieri, veniva accidentalmente colpito alla testa da un palo della pubblica illuminazione che s’era improvvisamente staccato dal suolo nella centralissima contrada San Francesco alla popolosa frazione dello Scalo coriglianese. Un drammatico incidente urbano che poco tempo dopo si rivelò purtroppo tragico per i familiari e per i tanti concittadini che ben conoscevano la sfortunata vittima. Ricoverato in gravi condizioni in ospedale, infatti, il maresciallo Caruso successivamente morì.

In primo piano il palo dell’illuminazione pubblica che ferì ed uccise il maresciallo Caruso

 

Per la sua morte, al Tribunale di Castrovillari è tuttora in corso un processo a carico di quattro funzionari dell’ex Comune di Corigliano oggi in servizio nel nuovo Comune di Corigliano-Rossano, nonché del titolare dell’impresa cui l’allora Comune di Corigliano aveva affidato il servizio di manutenzione della rete di pubblica illuminazione. Le imputazioni: cooperazione colposa, rovina di struttura e omicidio colposo. Nel processo è coinvolto, quale responsabile civile, l’attuale Comune di Corigliano-Rossano. Proprio sull’ente pubblico, da parte dei familiari della compianta vittima, attraverso i loro legali, pende una milionaria richiesta risarcitoria. 

 

Tanto i funzionari comunali quanto il titolare della ditta appaltatrice della manutenzione, secondo i magistrati della Procura di Castrovillari, furono inerti benché consapevoli dello stato di grave degrado dell’impianto elettrico stradale, omettendo urgenti e indifferibili iniziative e lasciando persistere una concreta situazione di pericolo determinativa di prevedibili danni all’incolumità delle persone.

 

L’ex sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci

 

Proprio a seguito di quel tragico fatto, l’allora amministrazione comunale coriglianese retta dall’ex sindaco Giuseppe Geraci fece elaborare dagli uffici comunali un progetto finalizzato al rinnovo e all’efficientamento energetico della rete di pubblica illuminazione della popolosa contrada San Francesco (e non solo). Progetto col quale l’ex Comune di Corigliano ebbe poi l’opportunità di partecipare a un apposito bando di finanziamento di tali tipi d’opere emesso dalla Regione Calabria e rivolto a tutti i Comuni calabresi. A quello stesso bando partecipò con un proprio progetto pure l’ex Comune di Rossano. Ma la Regione ammise a finanziamento soltanto quello coriglianese, bocciando al contempo quello rossanese che era stato fatto elaborare dall’amministrazione retta dall’ex sindaco Stefano Mascaro.

 

L’iter di finanziamento del progetto coriglianese – per un importo di 980 mila euro – venne poi perfezionato, il 7 dicembre del 2018, da parte del commissario straordinario Domenico Bagnato il quale resse la prima fase transitoria del nuovo Comune di Corigliano-Rossano e stipulò coi preposti uffici regionali la convenzione finalizzata al finanziamento dell’opera di cui è destinataria contrada San Francesco ed altre zone dell’area urbana coriglianese. 

 

Il sindaco Flavio Stasi (pure nella foto in apertura) e il suo vice Claudio Malavolta

 

La convenzione tra la Regione Calabria e il Comune di Corigliano-Rossano – che non ha mai appaltato e quindi mai ha dato esecuzione ai lavori – scadrà il prossimo 7 dicembre (tra 15 giorni sarà carta igienica), mentre il termine per la chiusura di quei lavori mai cominciati, la rendicontazione delle spese e la chiusura d’ogni attività relativa, è fissata al prossimo 31 dicembre. È quanto prevede il decreto dirigenziale numero 6801 del Dipartimento Politiche energetiche della Regione Calabria emesso lo scorso 29 giugno e regolarmente notificato al Comune di Corigliano-Rossano, sulla carta (quasi) igienica beneficiario di quel milione d’euro.

 

Resta, insomma, soltanto poco più d’un mese per consegnare delle opere mai cominciate, ed è evidente a tutti che quel milione d’euro finanziato dalla Regione può dirsi oramai perduto, lasciato in Regione. 

 

I consiglieri comunali della maggioranza-Stasi

 

Già, ma perché l’amministrazione comunale del sindaco Flavio Stasi, eletto oltre 15 mesi fa, non ha mosso un dito? È presto detto. Pare, infatti, che Stasi avesse palesato l’intenzione d’utilizzare quel milione d’euro stanziato dalla Regione all’ex Comune di Corigliano per rinnovare ed efficientare una parte della rete di pubblica illuminazione dell’area urbana rossanese. E, una volta appurato che ciò non sarebbe stato praticamente possibile poichè si tratta(va) del finanziamento d’un progetto dell’ex Comune di Corigliano, abbia voluto far decantare una faccenda di cui, è del tutto evidente, gl’interessa ben poco o nulla, forse proprio perché lui è espressione dell’area urbana rossanese.

 

Sì. E nel totale silenzio (inconscio o complice, gravissimo in entrambi i casi) del vicesindaco Claudio Malavolta, dei due assessori come lui espressioni dell’area urbana coriglianese, Giovanni Palermo ed Anna Maria Turano, nonché dei “magnifici 7” consiglieri comunali della stessa area urbana coriglianese, Maria Salimbeni, Alessia Alboresi, Biagio Frasca, Piersalvino De Gaetano, Mattia Salimbeni, Rocco Gammetta ed Antonio Cassano.

direttore@altrepagine.it

 

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