Sulle loro teste pendono le richieste di condanna da parte del sostituto procuratore del Tribunale di Castrovillari Luca Primicerio, pubblico ministero nel processo con rito abbreviato ai “colletti bianchi” accusati di truccare le aste giudiziarie nello stesso Tribunale castrovillarese.

 

Processo che, dinanzi al giudice per l’udienza preliminare Lelio Festa, giungerà a sentenza il prossimo 27 gennaio. Su sollecitazione dello stesso pm Primicerio, il gup Festa ha disposto la liberazione del 50enne imprenditore coriglianese Carmine Placonà (difeso dagli avvocati Maurizio Minnicelli e Francesco Sammarro del foro di Castrovillari), per il quale il rappresentante la pubblica accusa ha chiesto 2 anni e nove mesi di reclusione, e dell’imprenditore 55enne Antonio Guarino, anch’egli coriglianese (difeso dall’avvocato Pasquale Di Iacovo del foro di Castrovillari), per il quale lo stesso magistrato requirente ha sollecitato la condanna a 2 anni e otto mesi di reclusione. I due imprenditori fino ad oggi erano ristretti agli arresti domiciliari.

 

Sui fatti contestati agl’imputati ha indagato la guardia di finanza

 

La maxi-inchiesta denominata White collar (colletto bianco, appunto) conta in tutto 49 indagati ed è scoppiata la scorsa estate, facendo emergere una lunga serie di presunti illeciti relativi alla gestione delle aste giudiziarie ad opera di noti avvocati e commercialisti di Corigliano-Rossano e non solo, in combutta con spregiudicati imprenditori della città jonica e della Sibaritide.

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