
«È inconcepibile che nell’era dell’elettronica avanzata il Comune non riesca a comunicare coi cittadini per dare loro delle risposte immediate e concrete risoluzioni alle loro istanze»: così “tuonava” dai palchi della sua campagna elettorale il ciarlatano Flavio Stasi, da lì a poco sindaco di Corigliano-Rossano.
E oggi che il Comune dispone addirittura d’un team per la transizione digitale composto da ben tre ingegneri informatici ed altre due figure, per come continuano a denunciare pubblicamente numerosi cittadini, in Municipio persino la posta elettronica certificata rimane lettera morta!

L’ultima della serie reca la data dello scorso 1° luglio e la firma d’un noto professionista coriglianese. Il quale, in nome e per conto proprio e d’un nutrito gruppo di famiglie, come la sua tutte residenti in Via Casa della Chiesa allo Scalo coriglianese (nella foto d’apertura), informa i fantasmi comunali che:
«Da oltre 15 giorni abbiamo le cisterne dell’acqua completamente vuote, senza che nessuno ci abbia mai informati di eventuali guasti o disservizi dato che oramai è diventata una carenza idrica cronica qui dalle nostre parti, vale a dire da almeno 8 mesi.
Chiediamo che si accertino i responsabili di tale inefficienza, che siano mandate, tutti i giorni, le autocisterne di acqua potabile senza la necessità di dovere ricorrere ad amici o conoscenti o a continue chiamate per mettersi in lista.
Dato che nessuno a quanto pare è interessato a risolvere la questione, questa Pec viene mandata per conoscenza anche alla Protezione civile affinché venga fatto rispettare un nostro diritto primario. Saluti».
La Pec è stata inviata al Protocollo generale comunale e al Servizio Manutenzione, oltre che alla Protezione civile comunale. Risposte? Zero: neppure una mail partita magari per sbaglio. E non è la prima volta che questi cittadini ci provano, anzi è dallo scorso dicembre e a più riprese. Dal Comune vige il silenzio più assoluto, l’omertà.

E allora quegli stessi cittadini hanno deciso d’affidarsi a un legale. E adesso, tanto negli uffici della Procura di Castrovillari quanto in quelli della Procura generale della Corte dei conti di Catanzaro, c’è un articolato quanto dettagliato esposto-denuncia di 5 pagine: «Qualcosa dovrà pur muoversi», confidano esasperati i cittadini di Via Casa della Chiesa… direttore@altrepagine.it