Persone inconsapevoli, tra le quali pure alcuni dipendenti del Comune di Trebisacce, persone alle quali lo legavano rapporti politici, familiari, amicali. Utilizzate per sottoscrivere le dichiarazioni di presentazione della lista elettorale.
È l’atto d’accusa del sostituto procuratore di Castrovillari, Luca Primicerio, sferrato all’indirizzo del sindaco di Trebisacce Franco Mundo e condiviso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Simone Falerno, tanto da mandarlo agli arresti domiciliari.
“Roba” successa un anno e mezzo fa, in occasione delle elezioni regionali. Mundo era candidato a consigliere regionale nella lista “Io resto in Calabria”, candidato a presidente della Regione Pippo Callipo. Secondo le accuse Mundo avrebbe sfruttato la sua “rete” di contatti per far firmare la presentazione della lista senza la presenza del pubblico ufficiale autenticante e al di fuori delle sedi comunali.
Avrebbe così riportato 104 e 108 dati identificativi d’altrettanti cittadini in due elenchi distinti. Non solo. Secondo i magistrati Mundo avrebbe anche istigato il funzionario in servizio nell’Ufficio elettorale del Comune di Trebisacce, Antonio Tufaro – indagato – per autenticare le firme contenute nei due elenchi per poi depositarle in Tribunale a Cosenza.
«Se dovesse chiamare qualcuno, digli che hanno firmato qua al Comune, davanti l’ufficio elettorale» dice lo stesso Mundo nel corso d’una conversazione intercettata dalla guardia di finanza col vicesindaco Filippo Castrovillari.
In un’altra conversazione dice:
«Il problema è che un altro, che dovevano venire a firmare al Comune, quindi non è avvenuta qua, quindi devono dire che (…) che è venuto al Comune, c’era l’impiegato che guardava (…)».
Ma la sfrenata quanto proibita ambizione di Mundo di diventare consigliere regionale non arretra neppure dopo la sconfitta elettorale. Da lì, infatti, avrebbe cominciato a cercare persone compiacenti che avrebbero dovuto firmare dichiarazioni per attestare falsamente d’avere assistito allo scrutinio delle schede in alcune sezioni elettorali. Dichiarazioni che poi lo stesso Mundo ha allegato nel ricorso depositato al Tribunale amministrativo regionale della Calabria per ottenere il riconteggio dei voti.
Una mossa, quella di Mundo, che s’è rivelata un vero e proprio boomerang. Il consigliere regionale eletto nella lista “Io resto in Calabria”, Graziano Di Natale, aveva infatti formalizzato una querela e prodotto atti secondo i quali i soggetti indicati da Mundo, in realtà, nei seggi contestati non c’erano mai stati. Così come poi accertato dai finanzieri in base alle dichiarazioni dei presidenti dei seggi, dei rappresentanti di lista e degli scrutatori.
L’inquieto primo cittadino di Trebisacce, così come sostengono i magistrati, in quel periodo si sarebbe persino “appropriato” della Fiat Tipo del Comune, distraendola dalla sua destinazione pubblicistica.
In un caso documentato dai finanzieri Mundo l’avrebbe infatti utilizzata proprio per andare a presentare il proprio ricorso al Tar, a Catanzaro. Vi sono però decine d’altri episodi – tutti documentati dagl’investigatori – nei quali Mundo avrebbe utilizzato impropriamente l’auto del Comune per fatti politici personali, tra il 14 febbraio e il 2 marzo del 2020.
Prima a Paola, poi al Tribunale di Castrovillari e poi a quello di Cosenza, per ritirare documentazione e per patrocinare nella sua qualità d’avvocato un proprio assistito in una causa.
Il 13 maggio Mundo avrebbe utilizzato la Tipo del Comune pure per andare a comprare una “Vespetta” a Corigliano-Rossano.
Diversi gli episodi in cui Mundo avrebbe utilizzato l’auto pubblica per raggiungere i propri clienti nei Tribunali di Cosenza e Castrovillari, servendosi del dipendente comunale componente del suo staff Michele Calvosa – il suo “braccio destro”, dicono a Trebisacce – il quale, anziché assolvere ai suoi compiti istituzionali, s’era trasformato pure in autista. E ora è finito indagato. direttore@altrepagine.it
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