Le indagini condotte sul campo dai carabinieri al momento sono coordinate dalla Procura di Castrovillari, ma presto potrebbero passare all’Antimafia di Gratteri

Una lotta intestina. Consumata a botte di violenti pestaggi fisici, atti incendiari e pistolettate sotto casa. Queste ultime non si capisce bene se solo a scopo dimostrativo e intimidatorio oppure per ferire a fuoco, per lasciare il segno o addirittura per ammazzare.

È una battaglia di “politica interna” quella che si sta consumando tra i signori della ‘ndrangheta nell’area urbana rossanese di Corigliano-Rossano. Dove fino a qualche settimana fa c’era una ‘ndrina monolitica. Che da anni si riconosceva nel suo indiscusso capofibbia, il 42enne Nicola Acri, il superboss di Rossano, lo spietato killer dagli occhi di ghiaccio che si prestava alle azioni più sanguinarie ovunque venisse ingaggiato dalle ‘ndrine alleate nella Piana di Sibari e non solo. Ciò, nonostante il fatto che “Occhi di ghiaccio” fosse recluso da un decennio lontano dalla sua Rossano e lontano dalla Calabria, detenuto al carcere duro del 41-bis.

Da qualche settimana però le cose sono cambiate, e in modo significativo. Sì, perché Nicola Acri adesso sta vuotando il sacco coi magistrati dell’Antimafia, ed ai suoi sodali vecchi e nuovi ha voltato le spalle. 

Pestato a sangue anche il fratello dell’ex superboss oggi “pentito” 

Tra questi ultimi c’è proprio suo fratello Gennarino, 39 anni, pestato a sangue martedì mattina e mandato in ospedale. A fine maggio, quando lo Stato gli propose d’allontanarsi da Rossano per “riparare” in un luogo sicuro, protetto, rispose “No, grazie”. Rifiutò, forse non condividendo affatto la scelta del germano i cui primi verbali d’interrogatorio già cominciavano a transitare nei processi in corso. Gennarino Acri decise di rimanere a Rossano. E la mattanza di pestaggi di martedì mattina l’ha visto consacrarsi come la vittima “più eccellente”. 

Gennarino Acri

Dai pestaggi agli spari contro l’abitazione d’un altro pregiudicato 

Sulla sequela di fatti criminali consumatisi in una rapidissima successione d’eventi stanno indagando i carabinieri della Compagnia rossanese. L’ultimo episodio emerso è quello della scorsa notte. Era l’una e venti, quando i residenti di Via San Nilo e delle vie limitrofe del centro storico rossanese sono stati svegliati da una serie d’inequivocabili colpi di pistola.

Ad agire – davanti alla porta di casa d’un altro noto pregiudicato del posto – sarebbe stato un gruppo composto da almeno quattro persone. Compiuta l’azione il quartetto è fuggito via, due montando su una moto, gli altri a bordo d’una Renault Megane bianca. Proprio in quei frangenti sul posto stava sopraggiungendo una gazzella dei carabinieri in servizio di pattugliamento nel centro storico, dopo che gli stessi militari avevano udito gli spari.

La sede del Comando Compagnia dei carabinieri di Rossano

Poco dopo è giunta una pattuglia del Nucleo operativo radiomobile che assieme ai colleghi già sul posto hanno effettuato i primi rilievi, rinvenendo i proiettili esplosi dall’arma impugnata da uno del componenti il commando. Mentre altre gazzelle s’adoperavano a dare una vana caccia ai fuggitivi.

La paura si sta trasformando in terrore sociale 

Già nel pomeriggio, a quanto pare, nella zona di Via San Nilo si respirava un clima strano, un clima di tensione. Con la presenza d’alcune auto di grossa cilindrata mai viste in quei luoghi e non appartenenti a residenti di quella zona. Una Porche Cayenne bianca e un Suv Audi scuro sarebbero rimasti parcheggiati lì nei pressi per ore, almeno fino alle 23. E poi un continuo via vai di ciclomotori con a bordo persone mai viste nel centro storico rossanese, qualcuno con in mano dei bastoni.

La tensione è alle stelle, la paura dei cittadini si sta trasformando in terrore. Uno dei pestaggi avrebbe riguardato persino una giovane donna, aggredita nei pressi del Comando dei vigili urbani e della sede municipale di Piazza Santi Anargiri.

Il Tribunale di Castrovillari

Per il momento le indagini dell’Arma sono coordinate dal sostituto procuratore di Castrovillari Luca Primicerio, ma ben presto la competenza potrebbe passare di mano ai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri. direttore@altrepagine.it

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Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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