
Non avremmo mai potuto neanche lontanamente solo immaginare che in un caldo giorno d’estate, lo scorso 15 luglio, il nostro nome sarebbe finito in una cronaca del sito internet dell’organizzazione internazionale Reporters without borders (Giornalisti senza frontiere).
Addirittura appena dopo quello di Daphne Caruana Galizia, uccisa da un’autobomba il 16 ottobre del 2017, all’età di 53 anni, nello Stato di Malta: LEGGI QUI dutch-crime-reporter-fourth-journalist-murdered-many-years-european-union
Nessuna medaglia al petto. Ci conforta, però, l’attenzione che ha suscitato anche a livello internazionale l’attentato di cui siamo rimasti vittime la notte tra il 21 e il 22 aprile dello scorso anno, quando fummo svegliati dagli scoppi che diedero l’innesco all’incendio della nostra autovettura parcheggiata sotto la nostra stessa abitazione. Dopo 16 mesi v’è un’unica certezza, ed è matematica: la matrice ’ndranghetista dell’attentato.

Come assicurammo ai nostri tanti lettori quella stessa notte, abbiamo continuato a svolgere il nostro lavoro come sempre, ma non come nulla fosse stato. Già, perché benché l’intimidazione non abbia sortito il proprio effetto, il fatto c’è stato, è stato grosso, ci ha fatto paura e continua a farci paura nel presente e per il futuro.
Dopo 16 mesi, però, abbiamo deciso di declinare e di rispedire ai mittenti alcuni dei tantissimi attestati di solidarietà pubblici e privati che avevamo ricevuto nell’immediatezza di quel fatto. Ci riferiamo a quelli che nella Sibaritide – il territorio dei cui fatti ci occupiamo oramai da vent’anni – ci conoscono meglio di tutti.

Parliamo dell’amministrazione attualmente in carica nel Comune in cui lavoriamo e viviamo, Corigliano-Rossano, e degli ambienti politici ad essa più vicini. Dei quali, in questi 16 mesi, non abbiamo visto alcuna coerenza con quanto pubblicamente dichiarato in nostro sostegno.

È del tutto evidente, infatti, che il concetto di libertà di stampa per costoro ha un confine ben preciso. Un confine che coincide con essi stessi, che da 26 mesi qui rappresentano il potere istituzionale e politico.

Abbiamo deciso di rispondere così ai loro soventi attacchi vigliaccamente “impersonali”, ma agitando in modo assai maldestro il can per l’aia sempre riferiti alle notizie ben documentate e non confutabili di AltrePagine. Vale lo stesso per le loro reiterate minacce di querele (temerarie).

Oggi siamo qui semplicemente a restituire loro quella falsa solidarietà interessata. E a ribadire loro che l’attività giornalistica di controllo sui pubblici poteri AltrePagine continuerà ad esercitarla, senza eccezione politica alcuna nei confronti di chi AltrePagine ha pure sostenuto – eccome! – prima, durante e dopo l’ultima campagna elettorale.
Esercitando il diritto di cronaca e al contempo quello di critica quando lo riterremo necessario. In vent’anni ci siamo occupati d’amministratori e politici adulti, coi quali spesso ci siamo scontrati anche in modo aspro. L’estemporaneo manipolo di scappati di casa oggi al potere a Corigliano-Rossano ha sbagliato ad accarezzare l’idea d’una virata nella nostra rotta giornalistica. Ne prenda atto. direttore@altrepagine.it