Stefano Proglio, 34 anni, è accusato di porto illegale d’arma da sparo in luogo pubblico e tentato omicidio nei confronti del coetaneo Pasquale Semeraro
S’è costituito in una caserma dei carabinieri di Torino nella tarda serata di ieri. E i militari poco dopo l’hanno dichiarato in stato di fermo, stringendogli le manette ai polsi. È stata breve la “latitanza” di Stefano Proglio (foto), 34 anni, con precedenti penali per lesioni personali.
Il giovane coriglianese nella tarda mattinata di venerdì scorso avrebbe sparato con una pistola contro il barista suo coetaneo ed incensurato del luogo Pasquale Semeraro, lungo la centralissima Via Nazionale allo Scalo coriglianese di Corigliano-Rossano.
Le accuse nei confronti di Proglio sono di porto illegale d’arma da sparo in luogo pubblico e di tentato omicidio.
I carabinieri della Compagnia coriglianese che conducono le indagini stanno ancora cercando la pistola calibro 7,65 dalla quale Proglio avrebbe esploso numerosi colpi all’indirizzo di Semeraro, uno dei quali l’ha centrato al petto non intaccando per sua fortuna organi vitali. I due rivali sono vicini di casa.
Il ferito è ancora sotto osservazione nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza dove i medici gli hanno estratto la pallottola dal torace. Proglio, assieme alla moglie, era riuscito a fuggire in Piemonte, la sua regione di nascita e d’origine del padre, mentre la madre è coriglianese.
Lo sparatore, dunque, sentitosi braccato, ha deciso di presentarsi ai carabinieri della Compagnia di Torino-Moncalieri al fine di rendere delle spontanee dichiarazioni. E lì è stato eseguito il decreto di fermo d’indiziato di delitto firmato dal sostituto procuratore di Castrovillari Angela Continisio. Adesso è in carcere. redazione@altrepagine.it