Era strafatto d’alcol come una scimmia. Quando ha realizzato quel che aveva combinato se l’è data a gambe per salvarsi la pelle. Già, perché minimo poteva rimanere ustionato nell’incendio che aveva appiccato egli stesso dando fuoco a un materasso proprio sotto il tetto dove dormiva, nel cuore del centro storico coriglianese.

È accaduto due notti fa LEGGI. Prima del pazzesco gesto aveva aggredito i suoi coinquilini e li aveva costretti a scappare, a lasciarlo solo in casa.

Per fortuna i vicini avevano dato immediatamente l’allarme e l’intervento dei pompieri era stato veloce, perché l’incendio rischiava di propagarsi all’intero antico stabile di Via Garopoli e agli stabili vicini.

Assieme ai vigili del fuoco, i carabinieri. Ai quali, raccolte le testimonianze, è bastato poco per ricostruire la dinamica dell’incendio. Lo stesso incendiario, interrogato, ha ammesso d’essere stato lui a provocare quella che poteva essere una tragedia.

Si tratta d’uno straniero 38enne di nazionalità turca, inserito nel Sistema italiano di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati con un permesso di soggiorno a tempo. Si trovava a Corigliano-Rossano soltanto da qualche mese.

Adesso si trova in una cella del carcere di Castrovillari con le accuse d’incendio doloso e danneggiamento. “Cose turche”: è proprio il caso di dirlo… redazione@altrepagine.it    

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