Perché l’amministrazione Stasi non ha propri candidati nella competizione politica più importante e vitale per il terzo comune più grande della Calabria? Semplice: perché sindaco & Co. non hanno più un voto bucato
Pane al pane e vino al vino: non è una cosa “normale” che l’amministrazione del comune più grande della provincia di Cosenza eletta poco più di due anni fa col 73% dei consensi resti fuori dalla più importante competizione politico-elettorale, vitale per le sorti del futuro – quello più prossimo – del comune stesso.
Parliamo ovviamente della Corigliano-Rossano del sindaco Flavio Stasi (foto in alto) e compagnia briscola. Costoro obietteranno subito che «siamo una coalizione civica…», e chi se ne fotte! Già, perché pure nei comuni più sperduti abitati più da cani e gatti che da cristiani nel resto della provincia, le “coalizioni” elettorali dei sindaci sono civiche eppure ciascuno di quei sindaci in questi giorni sgomita a destra o a sinistra per sottolineare l’esistenza del comune che rappresenta.
A Corigliano-Rossano no. Qui Stasi non perde occasione per sottolineare soltanto la propria d’esistenza – quella personale, affatto politica – ma con scarsissimi risultati nei suoi molteplici tutti vani tentativi di trovare “considerazione” in qualche sede politica o istituzionale (o politico-istituzionale), al fine di soddisfare la propria ambizione arrivista.
Così, dopo aver provato a diventare presidente della Provincia di Cosenza e dell’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) della Calabria, il civico e cinico Stasi aveva persino elucubrato di poter magari diventare lui stesso il presidente della Regione Calabria, quando il senatore d’Italia Viva Ernesto Magorno lanciò al Centrosinistra la proposta di candidare un sindaco alla guida della Regione certo non avendo in testa lo Stasi qualunque senz’arte né parte da Corigliano-Rossano.
La “baracca” di Stasi
Nella baracca di Stasi costruita su colonne e travi di paglia c’è più di qualcuno a sua immagine e somiglianza quanto ad effimere ambizioni “politiche”. Vediamo. E cominciamo da un’assessora: Tatiana Novello. Ci spifferano che nelle scorse settimane avesse trovato spazio nelle liste del candidato alla presidenza della Regione Luigi De Magistris. Il quasi ex sindaco di Napoli d’altronde proprio a Corigliano-Rossano ha candidato chiunque gli abbia fatto un fischio, figurarsi se diceva “no” a una ruspante amministratrice in carica. “Notiziato” della cosa, Stasi si sarebbe congratulato, chiedendole al contempo la lettera di dimissioni dalla giunta, prezzo decisamente troppo alto per giocare a pettinare le bambole nella politica regionale, e così Stasi avrebbe archiviato senza sforzo alcuno l’ambiziosa pratica-Novello.
Avanti il prossimo. Qui andiamo dalla “sinistra” secondo la buona novella alla destra giovanile di Forza Italia. Col giovanissimo Mattia Salimbeni, vicepresidente civico del Consiglio comunale coriglianrossanese – e in tasca, appunto, tessera forzitaliota – il quale si sarebbe fatto il film d’invocare il sostegno dell’intera composita maggioranza-Stasi all’economico prezzo di non passare, lui, magari all’opposizione. Nulla di fatto pure qui.
C’erano poi le ambizioni mai sopite – ma anch’esse troncate da Stasi – da parte del consigliere Domenico Rotondo, il quale era alla ricerca d’un partito qualsiasi che lo candidasse alla Regione. E quelle della consigliera Maria Salimbeni, la quale proprio alla vigilia della chiusura delle liste della candidata di Centrosinistra Amalia Bruni avrebbe fatto un inutile viaggetto a Lamezia Terme dove ad aspettarla per poterla candidare non c’era nessuno.
Nessuna aspirazione a candidarsi, ma semplicemente elettori del candidato presidente De Magistris, i consiglieri Biagio Frasca e Liliana Zangaro: in tutto due voti per De Magistris e uno di preferenza per il candidato in lista Angelo Broccolo da parte del ritrovato compagno Frasca. Dai consiglieri di nuovo agli assessori, con la coppia Claudio Malavolta-Giovanni Palermo, dati per certi sul carro del candidato presidente di Centrodestra Roberto Occhiuto, e in particolare a sostegno dell’assessore regionale in carica Gianluca Gallo di Forza Italia.
Il debito morale del sindaco con Campana e Romano, candidati Verdi
Unici superstiti della baracca, Giuseppe Campana ed Elisa Romano, i quali non essendo consiglieri comunali hanno avuto mani libere per potersi candidare sotto la bandiera del loro partito di sempre, i Verdi, di cui Campana è segretario regionale, a sostegno della candidata presidente del Centrosinistra Bruni.
Il debito morale del sindaco Stasi sarebbe quello di votare e far votare due suoi alleati tra i più fedeli, sicuramente i più leali. Ma quanto vogliamo scommettere che delle migliaia di consensi di due anni or sono a Stasi & Company non è rimasto neppure un voto bucato?
Già. Ed è proprio questo il motivo per il quale l’amministrazione comunale del terzo comune più grande della Calabria non ha espresso uno o più candidati “propri” al Consiglio regionale. Se vogliamo giocare, possiamo metterla così: la Regione va “stretta” al sindaco, e considerato il semestre bianco in corso che prelude l’imminente elezione del presidente della Repubblica, Stasi, potesse, punterebbe direttamente al Quirinale, ma non può perché lì bisogna avere 50 anni e lui non ha l’età, come cantava Gigliola Cinquetti… direttore@altrepagine.it