La notizia che ieri ha fatto il “giro del mondo” nella Sibaritide e in Calabria, è l’appello lanciato da un mostro sacro del rock mondiale appunto, qual è Roger Waters dei Pink Floyd, per la riapertura dell’ex ospedale di Cariati, chiuso oramai da anni, con le riaccese proteste, in realtà mai sopite, che da un anno in qua vedono i cittadini del Basso Jonio cosentino sulle barricate.
La fusione Corigliano-Rossano: esaltata dal sindaco, maledetta da tutti
L’altra notizia, che aveva suscitato scalpore il giorno prima, è la “bocciatura” d’un vecchio ricorso datato 2017 da parte del Tribunale amministrativo regionale di Catanzaro NE ABBIAMO PARLATO QUI in merito alla contestata fusione tra gli ex Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano, la cosiddetta “terza città della Calabria”.
La sentenza del Tar è stata commentata con esaltazione proprio da parte del sindaco di Corigliano-Rossano, il rossanese Flavio Stasi. E già il fatto che Stasi commenti una sentenza giudiziaria basta a coprire di ridicolo la faccenda:
«Quello di Corigliano-Rossano è un modello guardato con attenzione da tutta Italia, e il fatto che siamo al Sud rende il nostro percorso ancor più importante ed ambizioso, in un quadro di forte arretramento generale».
Gli ha fatto eco su Facebook l’architetto coriglianese Mario Gallina, già assessore comunale di Corigliano, al tempo del Referendum consultivo esponente dei comitati del “No” alla fusione ed oggi tra gli esponenti più attivi del Comitato per il ritorno all’autonomia di Corigliano e Rossano:
«Il sindaco quando fa certe affermazioni dovrebbe citarne la fonte, perché non parla agli scolaretti della scuola d’infanzia! Dove ha trovato scritto o chi è che ha affermato che il modello Corigliano-Rossano è seguito da tutta Italia?
E ancora, ma davvero il giovane sindaco che avrebbe dovuto rivoluzionare la mentalità di far politica crede e ci viene a raccontare che la speranza di uscire dall’arretratezza dei comuni originari è affidata solo alla fusione?
Davvero questo politico crede che la soglia, per un comune, degli 80 mila abitanti, è la soglia della felicità? Quindi figuriamoci i comuni di 100 mila o 200 mila abitanti come staranno bene! Veramente siamo amministrati da chi dice e pensa queste corbellerie?».
La risposta all’interrogativo ultimo di Gallina è affermativa, senza dubbio alcuno. La fusione piace infatti al sindaco, alla sua amministrazione e al resto del mondo, salvo che ai cittadini da essi amministrati. Già, perché al contrario di qualcuno, noi con la gente di Corigliano-Rossano ci parliamo.
«Chi si scaglia contro la città unica è miope, e quasi sempre animato da interessi particolari» sostiene Stasi (…non Pereira!), non spiega quali siano tali oscuri interessi e passa a parlare di «rete idrica, rete fognaria, rifiuti, dissesto idrogeologico, sanità e via dicendo», tutti elementi di Corigliano-Rossano oggi presi a modello da realtà disgraziate come Verona e Bergamo, qualcosina pure da Milano…
«La fusione stravolge equilibri» insiste convinto Stasi, «ma la nostra comunità non deve avere paura del cambiamento. Soprattutto non deve farsi trarre in inganno da chi, invece, quel cambiamento lo teme, dentro e fuori dai confini di Corigliano-Rossano».
Soprattutto fuori, dove Corigliano-Rossano è un peto nell’universo che non fa né rumore né puzzo, e dunque non fa paura proprio a nessuno, almeno la Corigliano-Rossano amministrata da Stasi.
L’ex assessore rossanese fusionista amaramente pentito
Nell’animato dibattito su Facebook s‘è inserito pure l’avvocato Leonardo Trento, già consigliere ed assessore comunale di Rossano, candidato al Consiglio comunale, ma non eletto, alle prime elezioni di Corigliano-Rossano:
«La verità? Dopo aver convintamente votato “Sì” alla fusione (prima in Consiglio comunale e poi al Referendum), la notizia che il Tar ha rigettato il ricorso contro la fusione non mi ha riempito di gioia.
La fusione, quella che avevo sognato e votato favorevolmente, avrebbe dovuto costituire strumento per ridare all’intero territorio la dignità perduta, per porre rimedio agli scempi subiti, per ripristinare quei servizi essenziali di cui il territorio era stato illegittimamente depredato.
Sono ormai trascorsi tre anni e nulla è cambiato, certo nulla è migliorato: quanto alle grandi problematiche, gli ospedali erano e continuano ad essere chiusi, il tribunale continua ad essere un’utopia, le infrastrutture idem (si potrebbe continuare a iosa), e, cosa questa più grave, nulla si è fatto o si fa anche solo per provare a cambiare qualcosa;
quanto ai servizi più prettamente comunali, gli stessi hanno subito un evidente rallentamento, stante l’ampiezza del territorio amministrato, e nulla si fa concretamente per dare vita a quei municipi che certo potrebbero migliorare il rapporto amministrati-amministratori, demandando ad organi di prossimità la risoluzione di problematiche circoscritte ai territori di rispettiva competenza.
In altri termini, una fusione che è stata mera sommatoria di due comuni diversi, che continuano a mantenere le loro diversità e peculiarità, che non ha portato alcun beneficio in termini di servizi generali ed ha addirittura acuito il distacco tra amministrati e amministratori. Non è questa la fusione che io avevo votato».
Il neomelodico napoletano per ridare il tribunale a Rossano e ai rossanesi
Considerato che questa iattura chiamata fusione e denominata Corigliano-Rossano è stata partorita a Rossano, in nome della pretesa riapertura di quel ricettacolo di malaffare e di malagiustizia che fu il soppresso tribunale, col giovanotto Stasi che in quelle aule una decina d’anni or sono ci faceva lo sciopero della fame, l’unica (e l’ultima) cosa seria da tentare è la “via cariatese”.
I cariatesi si sa, sono “rock”, al contrario dei rossanesi che sono “lenti”. E se ingaggiassimo come testimonial il neomelodico napoletano Gigi D’Alessio? direttore@altrepagine.it