Stamane il primo cittadino ha nominato presidente della “Fondazione Carmine De Luca” il giovane e brillante accademico e imprenditore rossanese Enzo Piro, residente a Parigi!
Il professor Carmine De Luca, “Minuzzo” per tanti coriglianesi che ebbero la fortuna di conoscerlo personalmente, nacque a Corigliano Calabro il 25 febbraio del 1943.
Fine saggista, giornalista e studioso di letteratura per l’infanzia, a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta visse a Roma, ma nella sua Corigliano tornava per le vacanze ogni estate. Morì prematuramente all’età di 54 anni, il 6 dicembre del 1997 a Pavia.
Un coriglianese che ha illuminato la cultura italiana
Autore di testi scolastici, Carmine De Luca fu un “rodarologo eminente”, come lo definisce Mario Di Rienzo, responsabile del “Centro studi Gianni Rodari” di Orvieto. L’illustre coriglianese ha infatti dato un contributo notevole alla costruzione d’un moderno modo d’intendere la formazione della cultura dei bambini.
Attraverso riviste specializzate (ne fece nascere una decina), come giornalista e saggista collaboratore del quotidiano L’Unità e di grandi case editrici: Einaudi, Paravia, Laterza, Mondadori, e, soprattutto, Editori Riuniti della quale fu coordinatore.
Carmine De Luca era nato in una famiglia con risorse economiche limitate e subito capì quale poteva essere la via di fuga: la scuola e i libri. Lavorava nello studio d’un notaio di Corigliano per potersi mantenere agli studi di Lettere all’Università di Bari.
A portarlo nella Capitale fu l’insegnamento. La sua carriera culturale cominciò nella redazione di “Riforma della scuola”, dove incontrò lo scienziato e umanista Lucio Lombardo Radice, il professor Tullio De Mauro ed altri protagonisti della Linguistica del secondo Novecento. Un mondo del quale diventò subito cittadino e in cui presto si mise all’opera, passando da un progetto editoriale all’altro. Di Gianni Rodari, invece, De Luca diventò il referente per ogni iniziativa che riguardava la sua opera.
Il professor De Luca sosteneva che chi scrive per i bambini «non deve essere un morbido giullare dei buoni sentimenti». E cercava storie sommerse, frugava nella tradizione e denunciava la censura che nel tempo ha “annacquato” i racconti originali, per adattarli a un’infanzia «inamidata e conformista che è solo nella testa di moralisti e bacchettoni».
Sosteneva, ancora, che «l’istinto della lettura non è innato come quello di mangiare e bere, ma può essere innestato: operazione quanto mai delicata, perché il solo paragone che sopporta è quello con l’innesto di un nuovo senso». Il sesto senso del libro, insomma, che gli adulti devono insegnare a usare «perché è uno strumento per conoscere il mondo, per conquistare la realtà».
L’ex sindaco coriglianese Giovanni Pistoia promotore della Fondazione
De Luca quando tornava a Corigliano non faceva sfoggio delle sue attività culturali romane. Nel 2003, però, su iniziativa d’un suo caro amico che nel 1992 fu anche stimato sindaco e che in precedenza era stato apprezzato assessore alla Pubblica istruzione e alla Cultura – il professor Giovanni Pistoia – nel suo nome l’ex Comune di Corigliano Calabro istituì una fondazione culturale. E il primo presidente della “Fondazione Carmine De Luca” fu proprio l’ex sindaco coriglianese Pistoia.
Il vuoto a perdere coriglianese e i nuovi padroni rossanesi
Da molto tempo la Fondazione non ha un Consiglio d’amministrazione e pure il posto di presidente fino a qualche ora fa era vuoto. Un vuoto a perdere.
A riempirlo ha infatti provveduto proprio stamane il sindaco rossanese del Comune di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi. Che ha nominato presidente un giovane e brillante rossanese, il dottor Vincenzo Piro, 38 anni, docente di Filosofia all’Università Sorbona di Parigi, dove risiede (nella foto d’apertura in alto).
Piro, per amici e conoscenti “Enzo” (noi stessi avemmo il piacere di prendere un caffè con lui nella primavera del 2019 e d’apprezzarne le qualità culturali ed umane), è legatissimo ad un’ex assessora al Turismo e allo Spettacolo dell’ex Comune di Rossano, la professoressa Antonella Converso, tifosissima del sindaco Stasi nello “stadio” di Facebook, e legatissimo all’ex assessora alla Cultura della Giunta Stasi, Donatella Novellis.
Enzo Piro è anche un imprenditore. Socio d’una compagine che nel 2019 acquistò un vecchio edificio privato un tempo adibito a istituto scolastico (tanti anni fa ospitò l’Istituto tecnico per geometri, poi un plesso di scuole elementari), una costruzione da tanti anni fatiscente che insiste lungo Via Nazionale nel pieno centro dello Scalo coriglianese: avrebbe in progetto di ristrutturarlo di sana pianta per fondarvi una “casa culturale” privata.
Il fatto che oggi sia un giovane filosofo rossanese – benché di grande qualità e spessore – a guidare una fondazione culturale tutta di matrice coriglianese, è un pugno allo stomaco per tutte le rappresentanze culturali coriglianesi ad ogni livello, che sono in parte dormienti e in parte prone all’attuale potere costituito rossanese. Che continua a pisciargli in testa con la scusa della “città unica”.
Speriamo almeno che in futuro non si creino indecenti commistioni e conflitti tra interessi pubblici e privati… direttore@altrepagine.it