Stamane la riunione in città del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica coi vertici delle forze dell’ordine, allargato ai rappresentanti del Comune. Flavio Stasi denunciato da un imprenditore
In quel tempo a Corigliano-Rossano si sparava e s’ammazzava, andava a fuoco un’auto al giorno, e quando non era un’auto, allora era un furgone, un camion, il capannone di un’azienda.
“Quel tempo” è questo.
Lo Stato? Non si capisce se c’è o “ci fa”, perchè qui sono in molti a non percepirne la “presenza”, benché la città ne sia “dotata” e in tutte le sue articolazioni, quelle educative tra cui le scuole e il Comune, quelle preventive e repressive di forze dell’ordine e magistratura.
Proprio per colmare il “senso di vuoto” che qui avvolge i cittadini onesti quando pensano allo Stato – sensazione “giustificata” o meno che essa sia – oggi lo Stato ha deciso di presentarsi proprio qui e di farlo in forze.
C’era il prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella, il questore Giovanna Petrocca, il procuratore di Castrovillari Alessandro D’Alessio, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Agatino Saverio Spoto, quello della guardia di finanza, colonnello Danilo Nastasi, coi vertici locali delle stesse forze dell’ordine: il tenente colonnello dei carabinieri Raffaele Giovinazzo, il vicequestore aggiunto della polizia Cataldo Pignataro, il capitano della finanza Federico Ponzio, il comandante della Capitaneria di porto, tenente colonnello Francesco Cillo.
Tutti nella sala consiliare del Comune, dove ad attenderli c’era un altro “pezzo”, di Stato: il sindaco Flavio Stasi, gli assessori e i consiglieri comunali.
Tra l’“apparato centrale” e quello “locale”, le visioni, circa l’ordine pubblico e la sicurezza sociale a Corigliano-Rossano, sono assai diverse. Ed è il motivo di questa “chiamata alle armi” da parte del sindaco Stasi, sollecitato dai misfatti che accadono quotidianamente da una parte, e, dall’altra, dalle minoranze presenti in Consiglio comunale che avevano formalizzato una richiesta di seduta consiliare monotematica alla presidentessa della civica assise Marinella Grillo.
Il “senso” della riunione odierna
La riunione di stamane, sotto l’aspetto formale, è stata qualcosa “di più”. Nella sala consiliare s’è riunito infatti proprio il Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, in una sessione “allargata” alla partecipazione e al contributo degli attori istituzionali locali.
Che cos’è emerso?
Un “messaggio” ai cittadini, chiamati a fare appieno la loro “parte” di Stato:
«Urge la collaborazione di tutti e di ciascuno, sono necessarie delle denunce circostanziate rispetto ai fatti che accadono», hanno detto, all’unisono, prefetto, questore, procuratore e capi delle forze dell’ordine.
La “strigliata” della prefetta Ciaramella e del procuratore D’Alessio
«Abbiamo voluto dare un segnale d’attenzione e vicinanza alla popolazione di Corigliano-Rossano, perché è necessario che l’apparato statuale rappresenti la vicinanza e la sua presenza per dire quello che noi costantemente facciamo per contrastare la criminalità», ha detto la prefetta Ciaramella, la quale ha aggiunto:
«Abbiamo acquisito da parte delle istituzioni locali la volontà di collaborare e di trasferire questa richiesta di collaborazione non solo alle forze dell’ordine, ma anche ai cittadini affinché collaborino e credano di più nella presenza delle Istituzioni, ma noi non abbiamo la bacchetta magica: i cittadini devono collaborare, devono denunciare».
Già, ma qual è la percezione dei fenomeni criminali da parte dell’apparato preventivo e repressivo dello Stato?
La sintesi l’ha fatta ancora una volta la prefetta:
«C’è sicuramente la criminalità organizzata, ma molti episodi sono da ascriversi a una micro-criminalità diffusa, una forma di criminalità per la quale c’è la necessità d’intervenire sul piano culturale per far sì che alcuni episodi possano essere eradicati agevolmente».
Il riferimento, esplicito, è ai tanti automezzi incendiati, dall’inizio dell’anno in corso già oltre la trentina:
«Per ognuno di questi fatti incendiari c’è già l’individuazione dei responsabili», ha affermato la dottoressa Ciaramella.
C’è una sproporzione tra il numero d’episodi criminali da dover fronteggiare e le unità delle forze dell’ordine?
«Per il momento riteniamo che i presidi siano adeguati, ma se la politica del governo riuscirà a potenziare gli organici, noi qui ne saremo ben lieti».
Sulla stessa lunghezza d’onda dell’elegante strigliata prefettizia, ma rafforzando il concetto di fiducia da parte dei cittadini nello Stato, le parole pronunciate dal procuratore D’Alessio:
«Oggi s’apre una nuova sinergia. Ognuno può e deve lavorare, col proprio ruolo e le proprie responsabilità, a educare la gente alla cultura della giustizia: è una pratica importante per arginare la criminalità. Noi siamo qui per meritarci la fiducia della gente, ma il solo ruolo della magistratura e delle forze di polizia non bastano: dateci un’apertura di credito e con le sinergie giuste entro un anno possiamo raggiungere dei risultati».
Bastian contrario il sindaco Stasi
Di diverso avviso rispetto alla “questione aperta” è il sindaco Stasi, bastian contrario, il quale nell’apprezzare «il segnale importante della riunione qui in città anziché in Prefettura a Cosenza», ha detto:
«I dati forniti non rappresentano la percezione che si ha degli eventi che accadono: perciò ho rappresentato la questione dell’arretramento dello Stato, che non è una critica al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, ma un dato oggettivo se solo si pensa alla soppressione del tribunale di Rossano avvenuta dieci anni fa e al mancato potenziamento degli organici delle forze dell’ordine che oggi è necessario, perché per chiedere fiducia e collaborazione ai cittadini è necessario che i cittadini vedano una maggiore presenza dello Stato».
Il primo cittadino denunciato dall’imprenditore Paciolla
Lo Stato, però, è anche il sindaco Stasi, e alla vigilia della riunione odierna un giovane imprenditore della città, Sergio Paciolla, originario del Trentino Alto-Adige, da diversi anni proprietario d’alcuni Bed & Breakfast nel centro storico coriglianese e anni addietro vittima dell’incendio della propria autovettura, su Facebook ha reso pubblica la denuncia d’un fatto che coinvolge proprio il primo cittadino:
«Per quasi un anno la Cavallerizza, un’area pubblica inagibile, è stata occupata da privati che ci hanno piazzato tre cani pitbull con tanto di cuccia (la cuccia oggi è ancora lì in mezzo all’erba alta). Per mesi abbiamo segnalato formalmente e informalmente a tutti i livelli: sindaco, assessori, vigili urbani ed infine solo l’intervento dei carabinieri è riuscito a ottenere che cessasse una situazione d’illegalità e prepotenza intollerabile.
All’epoca messaggiai col sindaco che (stranamente) venne sul posto, constatò allegramente l’occupazione di suolo pubblico e ci consigliò di denunciare. Non so se è chiaro: il sindaco, un pubblico ufficiale, di fronte all’evidenza d’un reato che danneggia in primis il Comune, consiglia ai cittadini d’arrangiarsi a denunciare. Ovviamente in tutto questo c’è anche un reato e quel che pubblico sta in Procura da tempo.
Domani e ancora per un po’ ci si riempirà la bocca di legalità e di sicurezza, ma chi ha avuto a che fare con questo sindaco ha ormai visto il suo vero volto: un piccolo arrogante che ride in faccia al cittadino in difficoltà, che disprezza chi lo ha sostenuto, che sputa sui valori che ha invocato dai palchi». direttore@altrepagine.it