
All’epoca del fatto, nel 2014, era 26enne. Una sera venne condotto dai carabinieri in caserma, a seguito d’una rissa scoppiata in famiglia che gli stessi militi intervenuti avevano sedato dopo essere stati allertati.
Tutto a pochi passi dalla sede dell’allora Compagnia dell’Arma coriglianese, oggi sede del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano.
Alfonso Russo (foto), oggi 34enne, imprenditore e figlio del noto imprenditore ed ex consigliere dell’ex Comune di Corigliano Calabro Cataldo Russo, quella sera era in evidente stato d’ebbrezza alcolica.

Gli uomini in divisa gli avevano dapprima chiesto i documenti per procedere alla sua formale identificazione, ma lui s’era lasciato andare ad una serie d’offese e minacce nei confronti degli operanti. Minacce ed offese alle quali, una volta portato in caserma, s’era aggiunta pure un’aggressione fisica. Che gli costò l’arresto per resistenza e violenza a pubblici ufficiali.

Non domo, in seguito aveva denunciato i carabinieri per averlo offeso, picchiato ed arrestato ingiustamente. A carico dei militari venne quindi aperta un’indagine giudiziaria. Le sue accuse però si dimostrarono false. E a finire sotto processo – stavolta per il grave reato di calunnia – fu proprio lui, difeso dall’avvocato Francesco Paolo Oranges del foro di Castrovillari.

Mercoledì 15 giugno scorso Alfonso Russo è stato condannato dai giudice monocratico del Tribunale di Castrovillari, Marianna Ferrante. Che gli ha inflitto la pena (sospesa) d’un anno e quattro mesi di reclusione, oltre alle spese processuali e alla condanna a dovere risarcire i danni, da quantificarsi in sede civile, ai carabinieri accusati ingiustamente e costituitisi parti civili in giudizio attraverso gli avvocati Provino e Raffaele Meles dello stesso foro castrovillarese.
A parere di giudice e pubblico ministero, dunque, Russo era ben consapevole dell’innocenza dei carabinieri. L’avvocato Oranges, nell’attesa del deposito delle motivazioni della sentenza, preannuncia sin da ora ricorso in appello. direttore@altrepagine.it