Lo scioglimento anticipato delle camere da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e la contestuale chiamata alle urne dei cittadini italiani fissata al prossimo 25 settembre, giovedì scorso hanno messo in un forzato frettoloso subbuglio la politica nazionale come quella calabrese. Finanche quella di Corigliano-Rossano, la sconosciuta neo terza città delle calabrie.

Già, perché essere la città più popolosa e produttiva della provincia di Cosenza ed ai primi posti dell’intera regione Calabria, non vuol dire affatto che – automaticamente – essa esprimerà uno o più parlamentari nelle imminenti elezioni politiche.

Da sinistra verso destra gli ex parlamentari di Corigliano-Rossano eletti nel 2018 col Movimento 5 Stelle: Elisa Scutellà, Francesco Forciniti, Francesco Sapia e Rosa Silvana Abate

I 4 ex parlamentari della città

Il “caso a 5 stelle” del 2018 può oramai considerarsi soltanto un ricordo d’archivio, con gli onorevoli Francesco “Ciccio” Sapia, Francesco Forciniti, Elisa Scutellà, e la senatrice Rosa Silvana Abate già chi al mare chi in montagna, nella grande improbabilità di ricandidatura per Sapia, Forciniti e la Abate da molto tempo usciti dall’egida del Movimento 5 stelle, e l’altissima improbabilità per la Scutellà d’essere rieletta qualora venisse ricandidata.

I quattro ex parlamentari corglianrossanesi nel corso d’una vecchia riunione

Già in moto pure qui la macchina politico-elettorale

Da giovedì scorso, benché sottotraccia, la “macchina” politico-elettorale s’è messa in moto pure a Corigliano-Rossano: a destra come al centro, a sinistra come di sopra, di sotto e di lato, tutti i lati, e persino gli angoli.

Sopratraccia, venerdì si sarebbe dovuto riunire per la prima volta il neo Direttivo cittadino del Partito democratico, ma la riunione è stata rinviata a domani, ch’è un altro giorno e si vedrà… 

Nel frattempo, proprio intorno al Piddì ed ai suoi eventuali fratelli (come Rocco, che nel caso dei piddì certamente di cognome non fa “Siffredi”, come vedremo tra breve) c’è chi si prodiga con la propria filosofia.

È il caso del professor Franco Filareto (nella foto d’apertura, di fianco all’ex parlamentare italiana Ilona Staller in arte “Cicciolina”) già stimatissimo docente di Storia e Filosofia – appunto – nel Liceo Classico “San Nilo” di Rossano e già sindaco dell’ex comune di Rossano.

Firmandosi in calce «Sindaco emerito della Città di Rossano» (a Corigliano, dove notoriamente ha sempre vissuto gente terra terra, ci sono solo “ex” sindaci senza infamie, salvo qualche eccezione, e senza lodi), ha pubblicato sui media locali un «Appello per vincere» dichiaratamente rivolto «ai responsabili, militanti, elettori e potenziali elettori dei partiti e movimenti dell’area dei progressisti».

L’“ettalogo” di Filareto

È un decalogo “a canne mozze”, quello di Filareto. Considerato che i “comandamenti” sono solo 7, è infatti un ettalogo.

Vediamo.

«1° – Non procedere in ordine sparso»:

difficile perdersi quando qui a Corigliano-Rossano si parte dal 7%, professo’!

«2° – No ai veti incrociati, alle recriminazioni e polemiche inutili e divisive»:

il prof tra la fine di luglio e Ferragosto vuole trasformare il Piddì nel “Partito dell’Amore”…

«3° – Predisporsi a costruire l’unità federativa tra diversi»:

perfetto, nulla quaestio sui gender fluid della politica.

«4° – Scegliere i prossimi candidati al Parlamento con il metodo della democrazia diretta e territoriale della consultazione dei cittadini mediante le Primarie»:

a Ferragosto gazebo aperti per votare alle Primarie in tutti i lidi coriglianrossanesi. Birre ed angurie le offre il sindaco emerito!

«5° – Convinciamoci che, se sono autorevoli e credibili i candidati al Parlamento, è autorevole e credibile la proposta progressista di Governo»:

questo è un concetto francamente difficile, ma il prof lo spiegherà a tutti proprio a Ferragosto davanti ai gazebo, quindi non mancate!

«6° – Elaborare una proposta programmatica condivisa di pochi e chiarissimi punti: lavoro, sgravi fiscali per lavoratori e pensionati, centralità dell’occupazione giovanile, valorizzazione dell’iniziativa imprenditoriale, questione meridionale, sanità pubblica di prossimità, giustizia territoriale giusta e rapida, valore scuola, infrastrutture, lotta alla ‘ndrangheta, alla criminalità e alla corruzione»:

professo’ – molto sommessamente – noi un po’ di pilu lo aggiungeremmo assai volentieri, voi che ne dite?!

Squillino le trombe (o trombino le squillo, come preferite…) per l’ultimo “comandamento”:

«7° – Indicare il leader dell’area dei progressisti come il futuro capo del governo nazionale nella figura autorevole e credibile di Mario Draghi».

Roba che a rileggere il 6° ci sorge spontanea l’esclamazione: minchia!!!

Doveva giungere alla senile demenza politica il professor Filareto per farci capire che Newton è morto, Einstein è deceduto, ed Ernesto Che Guevara non è mai stato ammazzato, ma gli americani gli hanno cambiato i connotati per poi mandarlo un giorno a comandare la Banca centrale europea e poi ancora a comandare i “progressisti” italiani: hasta siempre Comandante!

Insomma, se Filareto, gli americani, la Bce e i piddì sono “progressisti”, Cicciolina a 70 anni suonati è sicuramente ancora vergine e di questo dovrebbe davvero vergognarsi! direttore@altrepagine.it 

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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