Interrogatorio in carcere a Castrovillari, stamane, per i due pregiudicati coriglianesi arrestati giovedì sera scorso dai carabinieri con l’accusa d’estorsione mafiosa in danno del 35enne titolare d’un bar-kebaberia-rosticceria di Piazzetta Portofino alla marina di Schiavonea di Corigliano-Rossano.

Si tratta del 50enne Fabio Barilari (foto in alto) e del 38enne Giorgio Arturi. Al loro cospetto, stamane, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Biagio Politano, che ha chiesto ai due indagati se intendessero rispondere alle sue domande.

All’interrogatorio ha risposto solo Barilari, ma la sua versione non ha convinto affatto

Al gip ha risposto il solo Barilari, assistito e difeso dagli avvocati Giovanni Scatozza e Pasquale Madeo del locale foro, mentre Arturi, assistito e difeso dall’avvocato Luigi Malomo dello stesso foro, s’è avvalso della facoltà di non rispondere.

Barilari ha respinto ogni accusa, ma la sua versione dei fatti non riconducibile in alcun modo a fatti di natura estorsiva, “fa a pugni” con la figura che emerge di lui dal narrato della vittima, dagli atti d’indagine di tipo tecnico predisposti dai carabinieri a seguito della richiesta del “pizzo”, fino alla materiale consegna della busta gialla contenente le banconote con le matrici precedentemente segnate dagli stessi investigatori dell’Arma.

Non solo. La versione di Barilari “cozza”, ovviamente, col suo status di condannato definitivo proprio per associazione mafiosa ed estorsione nell’ambito del maxi-processo “Santa Tecla” contro la ‘ndrangheta coriglianese, e il personaggio si mostra come figura preminente rispetto al suo co-indagato.

Il procuratore Antimafia Nicola Gratteri

Gli atti all’Antimafia di Catanzaro

Al termine dell’udienza il giudice ha confermato la misura cautelare in carcere per entrambi, dichiarando però la propria incompetenza funzionale, trattandosi di reato di tipo mafioso, attraverso la trasmissione del fascicolo al Tribunale di Catanzaro la cui Procura distrettuale Antimafia diretta da Nicola Gratteri è già a conoscenza dei fatti, e dei conseguenti atti di polizia giudiziaria effettuati dai carabinieri del Reparto territoriale diretto dal colonnello Raffaele Giovinazzo.

Una tangente da mille euro in due “rate”

Secondo l’accusa, Barilari ed Arturi avrebbero costretto l’esercente a versare loro «un aiuto per gli amici», vale a dire la somma di 500 euro come prima “rata” d’una tangente di 1000 euro. L’indagine, fatta scattare dai carabinieri una volta appresa la notizia della richiesta estorsiva, è corroborata da intercettazioni ambientali e video-registrazioni all’interno del locale pubblico. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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