Lo scorso 23 giugno quando era uscito da quella banca di Via Piersanti Mattarella, in quel di Cosenza, non aveva avuto neppure il tempo di fiatare.

Già, perché s’era ritrovato davanti i carabinieri armi in pugno ed era stato costretto ad arrendersi il pregiudicato 29enne coriglianese Benito Magno, da allora detenuto in carcere. Poco prima era entrato in quella filiale della Banca di Credito Cooperativo col volto coperto da un cappellino da baseball e da una mascherina anti-Covid.

Dopo aver varcato la porta di sicurezza aveva estratto una pistola – che soltanto dopo il suo arresto s’era rivelata un’arma giocattolo priva del tappo rosso – e l’aveva puntata contro una cassiera intimandole di consegnargli il denaro. Raccolte le banconote in uno zainetto – 5.300 euro – aveva preso in ostaggio l’unico cliente presente e l’aveva trascinato con sé fino all’uscita.

Aveva poi imboccato la porta per fuggire e dileguarsi, ma dentro non s’era accorto che qualcuno aveva avuto il tempo di dare l’allarme allertando i carabinieri.

Chi gli faceva da “palo”, invece, essendosi accorto della malaparata, era riuscito a darsela a gambe. Le indagini dei carabinieri però non gli hanno dato scampo. Il ritenuto complice della rapina, un altro coriglianese, Giovanni Casciaro di 35 anni, noto negli ambienti investigativi, è stato arrestato sabato pomeriggio, a distanza di quasi tre mesi dal fatto criminale. S’era dato alla macchia in Emilia-Romagna, a Parma per la precisione.

Ed è proprio lì che i carabinieri l’hanno ammanettato, in esecuzione d’una ordinanza di custodia cautelare in carcere già da tempo emessa nei suoi confronti dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura dello stesso capoluogo bruzio. Casciaro da sabato pomeriggio è dunque ristretto nel carcere di Parma. redazione@altrepagine.it

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