È una vicenda giudiziaria – questa – dove non c’è “due” senza “tre”. Già. Dopo il 39enne Francesco Faillace, pregiudicato di Cassano Jonio accusato assieme al pregiudicato e concittadino 37enne Leonardo detto “Nino” Abbruzzese e al 55enne imprenditore incensurato anch’egli cassanese Francesco Genovese, anche quest’ultimo (foto) è stato scarcerato.

La notizia è di questo pomeriggio, e segue l’udienza, tenutasi dinanzi ai giudici del Tribunale del riesame di Catanzaro proprio stamane, quando i difensori di Genovese – gli avvocati Giovanni Zagarese e Mimmo Manfredi del foro di Castrovillari – hanno discusso il ricorso finalizzato a fare riottenere la libertà al loro assistito ch’era detenuto in carcere dalla mattina dello scorso 11 ottobre.

Francesco Faillace

Nei giorni scorsi gli stessi giudici della libertà avevano disposto le scarcerazioni di Faillace ed Abbruzzese.

“Nino” Abbruzzese

Oggetto del procedimento è la tentata estorsione mafiosa ai danni del noto imprenditore 70enne della Sibaritide Pino Sposato (LEGGI QUI). Che aveva denunciato i presunti “addetti al pizzo” in forza alla “supercosca” di ‘ndrangheta Forastefano-Zingari che comanderebbe le attività illecite non solo a Cassano ma nell’intera Sibaritide.

Pino Sposato

Il titolare della grande impresa di calcestruzzi della Piana non aveva ceduto alle ritenute richieste estorsive, in forza delle quali, la Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro aveva richiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari, sulla scorta delle indagini svolte dai carabinieri, di spedire in carcere il terzetto.

I giudici cautelari di secondo grado hanno, al contrario, ritenuto che gli accertamenti di carabinieri e Procura non siano sufficienti per tenerlo dentro. redazione@altrepagine.it

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