Caro Direttore, 

scrivo ad AltrePagine dopo l’ennesima fila fatta presso uno sportello della Pubblica amministrazione senza avere risolto niente.

Giorni di fila con tanti cittadini che si accalcano sin dalle prime ore del mattino nella speranza di avere quanto è nel loro diritto più sacro, il diritto alla salute.

È inutile affermare che un cittadino che possa accedere per tempo alle cure o alle visite e ad esami idonei alla prevenzione, sono in termini di soldoni per la spesa pubblica un grosso risparmio per le casse dello Stato.

Credo di non essere nel torto quando affermo che oramai il cittadino medio sia sempre più rassegnato di fronte ad una Pubblica amministrazione poco e/o niente funzionale.

È risaputo, infatti, che l’organico delle amministrazioni pubbliche, da Nord a Sud, ma forse più al Sud, è per lo più insufficiente o per assurdo eccedente al fabbisogno medio per assolvere alle normali funzioni lavorative al servizio della comunità. Pertanto, o son pochi, senza formazione e senza strumenti, o son tanti a tal punto che devono contendersi le sedie e non hanno nè la formazione nè le mansioni correttamente assegnate per il disbrigo di pratiche e delle necessità funzionali all’ente pubblico in cui lavorano.

In altri casi, i pochi dipendenti che hanno senso di responsabilità e funzionari e dirigenti che hanno la fortuna di non avere il cervello disabitato, sono sottoposti a ritmi da Far west.

Alla fine della favola sono sempre il cittadino, e gli enti, che per questa totale disorganizzazione e indifferenza, pagano il prezzo di ritardi, di file assurde e di una burocrazia contorta, alimentando disagi, non solo psicologici e fisici, ma anche economici, fagocitando quindi un sistema contorto e alle volte corrotto.

Non sarebbe oltretutto assurdo affermare che grazie ai moderni sistemi di digitalizzazione si potrebbe evitare tutto ciò. Il problema quindi non è quello delle risorse umane, economiche e tecniche, ma quello di pensare e gestire correttamente queste risorse e non avere invece dirigenti strapagati con premi e super bonus, capaci, poi, solo di scaricare le responsabilità sulle spalle dei dipendenti subalterni o del sistema.

I nonni dicevano che il pesce puzza sempre dalla testa, e non sembra assurdo affermare che molto probabilmente le ragioni di tale dissesto sono da ricercare nelle alte sfere, fatte da dirigenti e funzionari o incapaci o inutili, oppure fermi ai compiti di trenta o vent’anni fa, quando la gestione avveniva grazie a carta, calamaio e penna.

Non è quindi insolito dire che proprio i cittadini più indifesi siano quelli più colpiti da questa piramide oligarchica indifferente che gioca a scaricabarile sulle spalle di anziani, cittadini disabili e con un reddito da fame.

È il caso ad esempio della sede di Corigliano-Rossano dell’Azienda sanitaria provinciale, dove, per avere un’esenzione Ticket, il cittadino deve fare la fila dalle cinque del mattino e nei giorni della merla non è facile stare al freddo fuori, in fila, in attesa che aprano gli uffici, per poi sentirsi dire di ripassare perchè hanno finito i numeri, di ripassare perché oggi l’impiegato non viene, di ripassare perché se manca l’addetto dello sportello nessuno può sostituirlo magari perché le Password del computer le ha solo lui…

E intanto la povera gente ripassa, ripassa e ancora ripassa e dopo muore.

Pensate poi a quanto è contorto il sistema:

se il cittadino è un povero e il suo “Isee” è al di sotto della soglia fissata dalla legge deve lui dimostrare attraverso una serie di carte e ulteriori file da fare nei “Caf” o altri enti che lui ha diritto a quell’esenzione.

Per ottenere il calcolo dell’“Isee” è dunque obbligatorio presentare la “Dsu” e il richiedente può farla autonomamente tramite il sito dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, quindi dev’essere un cittadino tecnologico (in possesso del “Pin” di accesso) oppure rivolgersi al “Caf” come abbiamo poc’anzi detto.

Lo Stato, però, attraverso l’Inps ed altri enti se interconnessi digitalmente è in grado di sapere chi è povero e chi no, chi ha diritto all’esenzione e chi no, evitando a tutti inutili e penose file di questi tempi solo utili  a dimostrare l’inutilità di certi uffici e di certi dirigenti…

Roberto Serra

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