In un clima di grande e partecipata solennità, nella splendida cornice (come scrivono i giornalisti d’un certo calibro) della Sala rossa di Palazzo San Bernardino, ieri mattina s’è celebrata l’inaugurazione dell’Anno giudiziario della Corte d’Assise d’Appello di Rossano (foto).

Tutto molto ben organizzato dalla presidente della prima sezione penale, civile – ma nell’occasione a sezioni unite penali e civili evvai! – Marinella Grillo, c’era il procuratore generale senatore Ernesto Rapani un po’ sotto processo, che quand’ha avuto bisogno d’andare alla toilette ne ha fatto le feci il sostituto procuratore più generale di lui, il sindaco Flavio Stasi.

C’erano i consiglieri di cassazione onorevoli Vittoria Baldino, Domenico Furgiuele ed Elisa Scutellà, e, in mezzo a cotante e cotali autorevoli figure, c’erano due noti e ottimi avvocati che ancora ci credono come Maurizio Minnicelli e Nicola Candiano, anche se in sala d’avvocati ce n’erano diversi altri che magari ci credono di meno, ma che ieri mattina gli amici delle bocce avevano dato loro tutti buca «e allora sai che c’è? Me ne vado a San Bernardino a sentire che dicono le massime autorità giudiziarie di Rossano, ma che dico… di Corigliano-Rossano, la terza Città delle Calabrie, ma prima della Sibaritide!»

Le solite facce presenti a “tali” appuntamenti

Insomma, ieri, a Rossano, gli esperti sono tornati su una delle varianti più classiche della grande masturbazione politica che da anni e anni si pratica da queste parti: 

la riapertura del tribunale di Rossano. 

Sì, quello che tanto “onore” ha dato alla giustizia italiana quando faceva prescrivere nel suo primo grado processi penali per gravissimi reati (ti piacerebbe, senato’?!), persino per reati associativi, proprio quello che vanificava mesi e mesi d’interessanti intercettazioni telefoniche della guardia di finanza – che AltrePagine conserva ancora in qualche cassetto impolverato delle sue scrivanie – perché gl’intercettati erano avvocati figli di noti e potenti avvocati, assessori comunali e taluni imprenditori che d’estate, dalla mezzanotte in poi, trafficavano allegramente in «contributi unificati» e «marche da bollo» varie al sapore di cocaina, fino alle 6 del mattino quando finalmente cominciavano le udienze civili sul cuscino…

Già, perché chi da un decennio in qua continua a propugnare la riapertura del tribunale, propugna l’apertura proprio di quel tribunale, e persino proprio in quel palazzotto del centro storico rossanese.

Il fu (e non compianto) tribunale di Rossano

Altro che le menate sull’odierna terza città delle Calabrie e del tribunale della Sibaritide per una terra che non avrebbe diritto alla giustizia! 

Fesserie grossolane: 

perché Corigliano-Rossano e la Sibaritide, un decennio fa, non sono state ricacciate fuori da nessuna giurisdizione. 

L’intervento del sindaco Stasi

Comprensibili il sindaco Stasi e la presidente del Consiglio comunale Grillo: 

le loro fortune politiche e poi elettorali sono nate proprio dall’occupazione del fu tribunale della loro Rossano, dal coreografico sciopero della fame di Stasi per spararsi le pose su Facebook con la barba incolta e il viso trasandato, un attorucolo di periferia calabra che da lì in avanti ne ha girati film da cassetta… 

Come lui mestierante della politica per anni, l’attuale senatore Rapani ha combattuto e continua a combattere la stessa battaglia.

Il suo partito, Fratelli d’Italia, non poteva scegliere uomo migliore per la Commissione Giustizia del Senato: 

l’architetto rossanese quattro mesi fa divenuto parlamentare, ha 3 processi in corso nelle aule del Tribunale di Castrovillari per i reati di bancarotta, abuso edilizio e calunnia

Parola al senatore Rapani

Poi ci sono i deputati Furgiuele, Baldino e Scutellà che oggi si fregiano di rappresentare un territorio di cui conoscono davvero poco quanto nulla.

Il tribunale di Rossano allora si riduce a un “affare” di Stasi & Rapani: 

il primo, oramai specializzatosi nelle «intercettazioni» di vagonate e vagonate di finanziamenti pubblici per milioni di euro dirottati verso il Comune che lo vede sindaco, l’altro fermamente schierato col ministro della Giustizia Carlo Nordio «contro le intercettazioni»:

una lotta fra titani! direttore@altrepagine.it        

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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