Per il 55enne pregiudicato rossanese Aldo Zannino arriva la condanna definitiva per il reato di tentata estorsione ai danni dell’impresario di pompe funebri di Corigliano-Rossano Vincenzo Sapia, commesso nel giugno del 2014.

La sentenza di terzo e ultimo grado di giudizio è stata pronunciata dai giudici della suprema Corte di Cassazione, lo scorso 25 gennaio.

Ciò a seguito del ricorso proposto dal difensore dell’uomo, l’avvocato Francesco Calabrò del foro di Cosenza, avverso la sentenza del 15 marzo 2022 della Corte d’Appello di Catanzaro, i cui giudici avevano confermato quella di primo grado pronunciata nei confronti di Zannino dal Tribunale di Castrovillari, il 20 maggio del 2019, che l’aveva condannato a 2 anni di reclusione e a 1000 euro di multa per tentata estorsione continuata e lesioni personali aggravate ai danni dell’imprenditore Sapia.

I fatti oggetto del processo

L’impresario funebre era stato vittima di ripetute richieste di denaro da parte di Zannino. Questi, usando modi arroganti e prepotenti, aveva avanzato all’imprenditore ed ai suoi collaboratori ripetute pretese estorsive.

Sapia aveva chiesto con fermezza a Zannino di smetterla e d’astenersi dall’avanzare nel futuro ulteriori richieste. Per tutta risposta, Zannino aveva replicato che sarebbe andato a casa, avrebbe preso la pistola e gli avrebbe sparato.

Successivamente, Sapia aveva ricevuto una telefonata da una sua dipendente:

con voce preoccupata, lo avvisava che Zannino, raggiunto l’esercizio commerciale, le aveva intimato di consegnargli il fondo cassa. Dopo pochi giorni, Zannino era entrato direttamente nell’ufficio di Sapia e lo avrebbe minacciato. Gli aveva detto che, se avesse voluto continuare a lavorare in futuro, avrebbe dovuto consegnargli 1000 euro a settimana.

Alle rimostranze della vittima, Zannino aveva afferrato un coltello che aveva con sé, e, scagliandosi contro Sapia, lo aveva ferito. Il peggio era stato evitato solo grazie alla prontezza di riflessi dell’imprenditore aggredito, che, per schivare ulteriori colpi, aveva spinto a terra l’aggressore.

La decisione della Cassazione

La Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza d’appello impugnata soltanto in relazione al reato di lesioni personali – oramai prescritto – con l’eliminazione della pena inflitta a tale titolo, pari a due mesi di reclusione e 100 euro di multa.

Zannino, dunque, è definitivamente condannato a 1 anno e dieci mesi di reclusione e a 900 euro di multa. redazione@altrepagine.it

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com