E vabbè. Anche stavolta, la lungimirante amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, meglio nota come “Co.Ro.” e ancor più come la Terza città delle Calabrie, ci ha investito, scommettendo sul futuro.

L’ultima, ennesima, avveniristica idea, ovviamente non a costo zero (poi vedremo “quanto” l’operazione sarà costata e “chi” ci ha guadagnato sopra) del sindaco Flavio Stasi e dei suoi adepti si chiama “Clementizia”.

No:

in municipio non hanno aperto un bar per la somministrazione di bevande analcoliche e cocktail al gusto di clementine e di liquirizia, ma Clementizia è una maschera e un costume di Carnevale, la maschera e il costume di Co.Ro., quelli che a partire da questo Carnevale e per i carnevali dei prossimi secoli dei secoli sono stati “chiamati” a rappresentare la città. Proprio come Arlecchino, Brighella, Colombina, Meneghino, Pantalone, Pulcinella, Rugantino e chi più ne ha più ne metta rappresentano le loro, di città.

I due creatori della maschera e del costume coriglianrossanesi, Simona Mazzei e Francesco “Alteo” Minnicelli

Per far nascere Clementizia, nata in casa ovviamente di parto naturale, l’amministrazione Stasi ha democraticamente indetto un concorso d’idee. E i vincitori del concorso sono stati i creativi concittadini Simona Mazzei e Francesco “Alteo” Minnicelli, madre, padre, ginecologi ed ostetrici di Clementizia.

Il creatore del tessuto del costume Pasquale Filippelli in posa con Clementizia

«Avete realizzato un capolavoro che resterà nella storia della città», le parole rivolte ai due creatori di Clementizia del maestro Pasquale Filippelli, progettista tessile, creatore del tessuto del costume completamente naturale e utilizzato anche da Fendi, membro della commissione giudicatrice presieduta da Caterina Celestino, manager della famosa casa di moda Maison Celestino.

«Clementizia è da oggi una realtà, una creazione, unica, inimitabile, segno di appartenenza e caratterizzante il nostro intero territorio. Una maschera che nasce dalle radici della liquirizia, della terra in cui crescono i nostri agrumi e che guarda al futuro, grazie ai dettagli come il girocollo in pelle tagliato con il laser», recita il comunicato ufficiale che il Comune ha fatto girare a pagamento, come il resto della propaganda politica dell’attuale amministrazione, sull’Ansa ed altre agenzie di stampa.

«Un lavoro a cui hanno contribuito mamme e zie», ha raccontato la Mazzei, «che hanno creato all’uncinetto, per un effetto tridimensionale, le forme geometriche che ricordano le nostre clementine». Che brave le mamme e le zie tridimensionali!  

«Clementizia nasce dall’idea di unire le forme geometriche di rimando tipico delle clementine e della liquirizia (il tondo e il rombo), con elementi decorativi presenti in alcuni più importanti strutture rappresentative del nostro comune. È così che le decorazioni nel Salone degli Specchi del Castello Ducale si trasformano in un elegante girocollo con rimando al foliage della liquirizia, mentre le decorazioni ad intarsio delle absidi di Santa Maria del Patire vanno a caratterizzare l’occhio della maschera richiamando, nelle geometrie e nel colore, gli spicchi delle clementine», questi i particolari della maschera e del costume coriglianrossanesi nati sotto il segno di Stasi.

Assente il sindaco, la maschera e il costume sono stati presentati in municipio dagli assessori comunali alla Cultura e al Turismo, Alessia Alboresi e Costantino Argentino, dai consiglieri comunali Liliana Zangaro, Biagio Frasca e Cesare Sapia, dal dirigente del Dipartimento comunale Programmazione, Giovanni Soda, dal digital strategist di “Micilab” Simone Corami, dall’istruttrice direttiva comunale del Settore Politiche europee e sviluppo strategico, Francesca Ugolino, dal componente drell’Ufficiop Europa comunale Fabio Campana, responsabile unico del procedimento amministrativo del concorso, e, ovviamente, dagli autori e ideatori di Clementizia, Mazzei e Minnicelli, oltre che dal maestro Filippelli.

Un momento della presentazione ufficiale della maschera e del costume

Nelle foto ufficiali diffuse dal Comune, l’enigmatica modella che indossa la maschera e il costume di Clementizia emana però non poca mestizia, certo non è intonata con l’allegria carnevalesca di queste ore.

Perciò, a nostro parere, sarebbe stato più frizzante capovolgerne il nome:

volete mettere “Liquentina” che a noi pare ‘na cosa fina?! Buon Carnevale a tutti… direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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