Non solo secondo i suoi avvocati difensori, ma anche secondo i giudici della Corte di Cassazione, il Tribunale del riesame di Catanzaro ha sbagliato a motivare in diritto il recente diniego della libertà personale del 42enne imprenditore coriglianese di Corigliano-Rossano Damiano Carelli

indagato ed assegnato agli arresti domiciliari il 1° settembre dello scorso anno nell’ambito della maxi-inchiesta anti-‘ndrangheta “Reset” della Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro, che ha interessato in particolare le città di Cosenza e Rende, e l’hinterland cosentino e rendese stesso.

La Sesta sezione penale della Cassazione ha infatti accolto il ricorso degli avvocati Enzo Belvedere del foro di Cosenza e Aldo Zagarese del foro di Castrovillari, nell’interesse di Carelli. Che l’Antimafia ritiene uno dei capi promotori d’una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata al gioco elettronico illecito, il cosiddetto “Gaming”.

Sulla detenzione o libertà di Carelli – così ha disposto la Cassazione – il Tribunale del riesame catanzarese dovrà adesso ri-pronunciarsi. redazione@altrepagine.it

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